Due pronto soccorso e le torri per i reparti

Giovedì 19 Aprile 2018
LA SCHEDA
PADOVA Vabbè i tempi di realizzazione, dai 10 ai 12 anni, vabbè il faro della ricerca a Padova est. Ma ai padovani interessa una cosa sola. Che cosa resterà nel vecchio polo? Sarà un ospedaletto oppure una cosa seria? Ebbene proprio di questo sta discutendo il gruppo di lavoro che fa capo all'Azienda ospedaliera e che licenzierà un piano guida da inserire nell'Accordo di programma a settembre. Perchè la cosa più delicata adesso è decidere che cosa resterà qui e che cosa andrà nel nuovo policlinico, le famose schede sanitarie. Siamo in grado già di dipanare la matassa, partendo dall'assegnazione dei posti letto per Padova data dalla delibera regionale 68 del 2013 e con una premessa indispensabile. A S. Lazzaro andrà tutta la trapiantologia, cuore, fegato, reni e pancreas. Dunque se uno ha un infarto sarà accolto al Centro Gallucci per fargli un'angioplastica. Se è più grave andrà di là.
LA NUOVA PEDIATRIA
Il secondo aspetto è che in centro nascerà un ospedale dentro l'ospedale, cioè il polo materno-infantile. É già in progetto la nuova Pediatria (ha un budget autonomo di 53 milioni di euro giò deliberati) che avrà circa 170 posti più altri due edifici per Ostetricia e Ginecologia. Totale 270 posti più 15 per la terapia intensiva. Particolare decisivo: ci sarà un pronto soccorso pediatrico in centro. Ecco in dettaglio cosa conterrà il resto: cardiochirurgia pediatrica, chirurgia pediatrica, malattie metaboliche, nefrologia pediatrica, neurologia generale pediatrica, neuropsichiatria infantile, oncoematologia pediatrica. Poi: cardiologia pediatrica, hospice e cure palliative, pneumologia pediatrica e allergie alimentari. Poi terapia intensiva pediatrica e neonatale. Sarà il solo complesso a sorgere nella parte dove oggi ci sono le cliniche.
I POSTI LETTO
Ora vediamo il resto tenendo conto delle schede regionali che assegnano per Padova all'area medica 506 posti, all'area chirurgica 432, alla terapia intensiva 122, a diagnosi e cura 23, alla riabilitativa 73 alla materno-infantile 285. Questi numeri dovranno essere condivisi con Padova est, per un complessivo di 1800 posti. Ma se guardiamo a fine 2016 avevamo 2107 posti così divisi: 908 in azienda ospedaliera, 620 al Giustinianeo, 344 al S. Antonio e 163 allo Iov (80 traslocati a Castelfranco). Nel frattempo saranno calati ma questo significa che non dovremmo aggiungerne molti. Perchè ovviamente metà dei posti delle terapie intensive andrà al nuovo polo, mentre potremmo tenerci metà dei 105 posti della chirurgia generale. Quindi le schede dovranno essere modificate dando 200 posti letto in più, considerando che a est non ci sarà l'ospedale dei padovani ma di tutta la Regione, per non dire di tutt'Italia.
LE RIANIMAZIONI
Come sarà organizzato il vecchio ospedale? Innanzitutto sarà un vero ospedale, con tutti i crismi soprattutto per l'emergenza. Dunque pronto soccorso e poi rianimazione (68 posti almeno) la stroke unit (l'area per chi è colpito da ictus ad esempio) l'Ucic (per le angioplastiche) l'area intensiva chirurgica e quella semintensiva internistica e pneumologica. Per questo il centro Gallucci rimarrà pienamente operativo.
LE TORRI
Questi settori saranno posizionato in una torre di 11-12 piani accanto al policlinico nella zona dell'ingresso attuale fra l'aula Morgagni e le vecchie cucine. Conterrà anche sale operatorie e radiologia. In questo edificio troverà posto anche il ritorno dello Iov al completo. Nel policlinico attuale (si sta finendo l'ultimo restauro da 80 milioni) resteranno gli altri reparti, Urologia, Malattie infettive, Ortopedia, Pneumologia, Oculistica. Una radiologia. I laboratori invece saranno divisi fra le due torri. Ma è probabile che servirà anche un edificio contenitore da almeno 7 piani nell'area dove sarà abbattuto il monoblocco. In totale le strutture conterranno 600 posti. Nel vecchio Giustinianeo che deve essere messo a norma andranno solo uffici e studi medici. Definitivamente tramontata invece l'idea di un edificio-ponte su via Giustiniani dove sotto doveva passare il tram e fare da ingresso vero e proprio.
Mauro Giacon
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