Droga nascosta dietro la falsa parete

Mercoledì 17 Ottobre 2018
Droga nascosta dietro la falsa parete
OPERAZIONE BITCOIN
PADOVA Si arricchisce di nuovi retroscena l'operazione Bitcoin. La banda di spacciatori, oltre a trasformare il denaro frutto dello spaccio di droga in cripto valuta, era riuscita ad occultare decine di chili di sostanza stupefacente dietro a una parete con doppio fondo. Un escamotage degno dei migliori film di 007, con tanto di muro semovibile e antro per nascondere hashish e marijuana.
LA PARETE
Martedì scorso quando la polizia e il sostituto procuratore Benedetto Roberti titolare delle indagini, sono entrati nel covo del boss della banda nella palazzina in stile liberty di via Mentana hanno scoperto la caverna di Alì Babà. Gli agenti dopo avere perquisito l'intera abitazione, affittata da Emanuele Lovato detto il Dottore per 1.600 euro al mese, e non aver trovato traccia di droga, si sono diretti nella cucina al piano terra. Anche in questa stanza sembrava tutto in ordine, ma i poliziotti si sono messi a picchiettare sulle pareti, fino a quando hanno udito un rumore di vuoto. Pronti a prendere un piccone per sfondare la parete, sono stati fermati dal romeno Raul Buta (anche lui finito nei guai) che gli ha indicato un pomello di un attaccapanni di colore marrone situato nell'antibagno. Un agente lo ha girato e si è svelata una serratura. Lo straniero ha poi consegnato una chiave, infilata nella serratura agli inquirenti è apparsa una magia. La parete si è alzata, lasciando spazio a un profondo vano dove gli spacciatori hanno occultato quattordici chili tra hashish e marijuana. Una fortuna in droga, nascosta come nei migliori film di spionaggio.
LE INDAGINI
Il Gip Cristina Cavaggion ha intanto convalidato il sequestro della cripto valuta. Oltre ai Bitcoin per un valore di 2.530 euro, gli inquirenti hanno trovato nel portafoglio virtuale di Lovato, gestore del bar Alexander di via San Francesco, 9.350 euro in Ethereum un'altra cripto valuta. Emanuele Lovato, la sua compagna Marianna Zoia e lo studente al terzo anno di Statistica Lorenzo Dal Fabbro (ora agli arresti domiciliari a Trento a casa di mamma e papà), si sono già sottoposti all'interrogatorio di garanzia. Il barista e l'universitario si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre Zoia ha urlato la sua innocenza. Ma le indagini non sono ancora concluse. La polizia sta passando al setaccio tutti i clienti della banda di spacciatori. Si tratta per la maggiore parte di studenti universitari e di persone della piccola e media borghesia. Tra questi ci sono anche molti liberi professionisti. Lovato, il Dottore, secondo una prima ricostruzione dei fatti è entrato nel business illegale dello spaccio da almeno cinque anni. Incensurato, ogni anno per non destare sospetti ha cambiato abitazione. La polizia è convinta che abbia messo da parte una vera fortuna (si parla di milioni di euro) e che marijuana e hashish le abbia sempre acquistate dalla Spagna, ma ora spetta agli inquirenti capire da chi.
Marco Aldighieri
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