«Dopo tanto tempo in cella era confuso, so di aver sbagliato mi dispiace»

Martedì 21 Marzo 2017
«Dopo tanto tempo in cella era confuso, so di aver sbagliato mi dispiace»
Non è stato un interrogatorio. L'ex quattro volte sindaco di Montegrotto e di Abano, Luca Claudio, ha voluto incontrare ieri in carcere il pubblico ministero Federica Baccaglini per scusarsi. Dopo la scarcerazione e gli arresti domiciliari a Porto Levante Claudio era molto provato ed è esploso, davanti al cronista che lo aveva raggiunto nella località balneare del Polesine. Insomma, l'ex primo cittadino delle Terme ha sostenuto che le dichiarazioni che ha reso non corrispondevano al suo pensiero, nè nei confronti del giudice e nè del pubblico ministero.
Erano le 14.45 quando il sostituto procuratore Baccaglini è entrata nella casa circondariale di strada Due palazzi. Accanto al recluso c'era già l'avvocato Ferdinando Bonon che lo difende insieme al collega Giovanni Caruso. L'incontro, perchè non è stato un interrogatorio, è durato meno di mezz'ora. Il pubblico ministero era molto tranquilla e ha ringraziato l'imputato. Non si è parlato di nessuna inchiesta. Gli arresti domiciliari di Claudio nel mini appartamento di Porto Levante in provincia di Rovigo sono durati circa novanta ore. L'abitazione era stata individuata in tutta fretta perchè il Gip Tecla Cesaro non avrebbe mai concesso i domiciliari all'imputato nella sua abitazione di Montegrotto. I suoi difensori al momento della scarcerazione gli avevano dettagliatamente elencato gli obblighi che venivano posti dal Gip. Poteva avere contatti solamente con i famigliari. Non doveva accogliere in casa e parlare con nessuna altra persona. Ma lui ha violato la prescrizione che gli era stata imposta. Ventiquattro ore dopo la scarcerazione Luca Claudio ha aperto la porta a un cronista.
«L'ha fatto poco dopo aver beneficiato degli arresti domiciliari. L'ha fatto per rendere un'intervista nella quale, dopo aver patteggiato e aver ammesso alcuni fatti delittuosi, proclama ancora una volta la sua innocenza e fa riferimento alla politica», scriveva il pubblico ministero Baccaglini al giudice Cesaro per chiedere la revoca dei domiciliari e di rimandarlo in carcere. Cosa che è puntualmente avvenuta. «L'imputato non dimostra alcuna resipiscenza nonostante le risultanze degli atti di indagine, le dichiarazioni confessorie dallo stesso rese in relazione ai diversi episodi contestati e l'intervenuta sentenza di applicazione pena richiesta dalle parti» ha scritto il Gip Cesaro nella revoca dei domiciliari.

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