«David, svegliati». Ma era morto

Mercoledì 20 Febbraio 2019
«David, svegliati». Ma era morto
LA TRAGEDIA
PADOVA Si era allenato, come al solito, al campo delle Fiamme oro anche la sera prima. E un mese fa aveva superato senza alcun problema la visita medico sportiva: nessun problema fisico, nessun problema cardiaco. David Cittarella, 16 anni, studente di IIL del Marconi, era un atleta nato. Eppure, inspiegabilmente, il suo cuore ieri notte ha smesso di battere: l'ha trovato morto il suo papà, Gianni, alle 8 di mattina. Era andato a svegliarlo perché sennò faceva tardi a scuola. L'ha trovato «già freddo e rigido» racconta la sorella Egle che dormiva assieme a lui nella stessa stanza. Una morte improvvisa e inspiegabile che ricorda quella del capitano della Fiorentina David Astori, trovato senza vita nella stanza dell'albergo dove era in ritiro con la squadra più di un anno fa.
IL DRAMMA
A Egle, 19 anni, non è sembrato poi troppo strano che il fratello non si fosse alzato al suono della sveglia alle 6.15. Capitava a volte, quando il sonno prendeva il sopravvento. Altri 10 minuti di riposino e poi si alzava. Così, seppur un po' scocciata, è andata lei a spegnere la sveglia. Quando, però, sono arrivate le 8, il babbo del ragazzo ha deciso di andarlo a svegliare di persona, sennò avrebbe fatto tardi a scuola. Quando è entrato nella cameretta, mai avrebbe pensato che il suo figliolo fosse morto. «Dai David, alzati, fai tardi a scuola» gli ha urlato papà Gianni. Nessuna risposta. Così il genitore si è chinato sul letto per scuoterlo. Un brivido gli è corso lungo la schiena: il corpo del suo ragazzo era già rigido e freddo. Probabilmente era morto già da qualche ora. Con il cuore in gola e la disperazione che gli impediva quasi di respirare ha chiamato il 118. «Mio figlio non respira. Mio figlio è morto» ha gridato al telefono, incredulo di pronunciare davvero parole simili. Quando i sanitari sono arrivati, non hanno potuto che constatare il decesso del sedicenne, per cause naturali. Quali siano state, lo chiarirà l'autopsia che verrà eseguita in ospedale.
LA DISPERAZIONE
Papà Gianni non riesce a controllare la sua angoscia, a dire nulla dell'orrore che ha provato ieri mattina. Si aggrappa alle persone che gli stanno davanti come se gli mancasse all'improvviso la terra sotto i piedi e precipitasse in un abisso. Perché una tragedia come quella di un padre che perde un figlio è contro natura. Gianni ha gli occhi lucidi e gonfi, ha finito le lacrime: «Mettete una bella foto, una bella foto del mio ragazzo» è tutto quello che riesce a dire prima di ripiombare nella sua disperazione.
La madre Lilli, con le mani tremanti appoggiate sul tavolo, racconta com'era il suo ragazzo e di quella volta che sul giornalino delle medie scrisse un articolo sull'elezione del presidente Obama. «Lui amava leggere i giornali, si interessava a tante cose. Era un bravo ragazzo». La vera roccia, quella che sostiene i genitori in questo momento così tremendo, è la sorella. Egle riesce a sorridere quando la mamma ricorda la fede calcistica neroblu di David che cozzava con la sua, rossonera. La ragazza guarda la credenza e mostra la sciarpa dell'Inter, mentre a fianco c'è un barattolo del Milan: «Quella è sua, questo è mio - precisa indicandoli - ci piaceva stuzzicarci quando c'erano le partite».
I CONTROLLI
Un mese fa il ragazzo aveva superato senza alcun problema la visita medico-sportiva, «si allenava anche 5 volte alla settimana con le Fiamme oro, perchè da grande voleva fare l'atleta» racconta mamma Lilli, con lo sguardo che brilla pensando alle soddisfazioni che il suo figliolo le ha dato.
La preside dell'istituto Marconi, Filippa Renna, ha saputo ieri mattina la notizia: «Siamo costernati e scioccati per quanto successo. Sono arrivati due compagni di scuola di David nel mio ufficio e mi hanno detto che il papà l'ha trovato morto. Erano stati da poco in gita a Napoli e nulla lasciava presagire che avesse qualche problema di salute. Proprio lui, un ragazzo così atletico».
Ora bisogna pensare a chi resta: «Domani (oggi, ndr) valuterò se sarà necessario anche un supporto psicologico per questi ragazzi che hanno perso il loro compagno di classe» chiude la preside.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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