Contenuta la dispersione Abbandona il 4 per cento rispetto al primo turno

Lunedì 26 Giugno 2017
Il vero sconfitto di questo ballottaggio è uno solo: l'astensionismo. Chi ieri si aspettava un calo drastico dei votanti rispetto a due settimane fa è rimasto deluso. In molti, infatti, scommettevano che non si sarebbe arrivati a sforare quota 50%. Così, però non è stato. Ieri sera alle 23 avevano votato 93.471 padovani pari al 57,03% degli aventi diritto. Al primo turno, due settimane fa si erano registrati 99.603 votanti, pari al 61,47% degli aventi diritto. Di fatto, il calo dell'affluenza si è attestato intorno al 4%. Una flessione più che accettabile dal momento che i padovani sono stati chiamati alle urne l'ultimo fine settimana di giugno quando, in molti, soprattutto le famiglie con figli piccoli, sono già partiti per le ferie. Che il crollo dell'affluenza non ci sarebbe stato, lo si è capito già a mezzogiorno quanto a recarsi ai seggi sono stati 35.258 elettori, pari al 21,76% degli aventi diritto. Dati non molto lontano da quelli registrati due domeniche fa quando a votare erano stati in 36.385 (22,45%). Un trend confermato anche in occasione del secondo rilevamento, quello delle 19. In questo caso la percentuale è stata del 43.15% (45.57% quella dell'11 giugno). Un trend che appunto viene confermato dalla rilevazione finale delle 23. Aldilà del maltempo che ha scoraggiato le fughe verso il mare e i pic nic in montagna, gli appelli al voto di entrambi gli schieramenti pare abbiano sortito il risultato sperato. Un appello che a Padova ha scongiurato una massiccia defezione degli elettori come accaduto un po' in tutta Italia. Nella città del Santo infatti, alle 19, la percentuale dei votanti superava di oltre 12 punti la media nazionale inchiodata a quota 31%. Non è estranea a questo risultato una vera e propria caccia al voto che i militanti e simpatizzanti dei due schieramenti. Una caccia che hanno portato avanti fino alla chiusura dei seggi. I ben informati raccontano di ex assessori (del centrodestra) impieganti a contattare decine e decine di anziani e a offrirsi volontari per andare a rinnovargli la tessera elettorale. Non solo. Si racconta anche di esponenti del centrosinistra impegnati ad organizzare con le loro auto private dei servizi navetta tra le abitazioni di anziani o invalidi che, altrimenti, non sarebbero riusciti a votare, e i vari seggi distribuiti in tutta la città. Non è poi estranea a questa affluenza, a suo modo anomala, la radicalizzazione degli ultimi giorni di campagna elettorale. Da entrambi gli schieramenti, infatti, sono arrivati messaggi forti che, evidentemente, hanno galvanizzato i loro sostenitori. Bitonci, infatti ha premuto l'acceleratore su un concetto molto semplice: il rischio del ritorno dei comunisti a palazzo Moroni. Dall'atra parte della barricata, Arturo Lorenzoni è stato capace di motivare l'ala sinistra della sua coalizione che inizialmente aveva mal digerito l'accordo con Giordani.

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