Coccato: «Subito l'Idrovia per proteggere il nuovo polo»

Venerdì 22 Marzo 2019
Coccato: «Subito l'Idrovia per proteggere il nuovo polo»
LA PROPOSTA
PADOVA Massimo Coccato, presidente dell'Ordine degli Ingegneri, è un esperto di sicurezza idrogeologica. Ed è da qui che parte la sua disamina sul nuovo polo ospedaliero a Padova est e il suo impatto sulle dinamiche della città.
«Dopo l'alluvione del 2010 è stato fatto molto e bene su questo piano. Ma per mettere in sicurezza l'ospedale c'è bisogno di finire il lavoro, con l'Idrovia. Occorrono dai 400 ai 450 milioni per collegare il tratto esistente al Brenta. Ma l'opera è necessaria perché tutto il quadrante dove insiste il nuovo ospedale sarà cementificato nei prossimi anni ed ha bisogno di interventi. Non solo: fra 50 anni, il tempo di sviluppo del nuovo ospedale, pioverà di più? Secondo la tropicalizzazione del clima sembra di sì. Gli interventi di salvaguardia dobbiamo pensarli adesso, cioè prima di farlo».
Una visione diversa da quella tradizionale...
«Oggi il mestiere è cambiato e molti di noi saranno impegnati dentro il nuovo ospedale più che nell'edilizia nella progettazione di robotica e tecnologia a servizio dei pazienti, o nella biomedicina. Per questo stiamo già collaborando con l'Università. Ma non ci dobbiamo fermare».
Infatti non c'è solo questo...
«Faccio un semplice esempio. Che cosa diventerà per il traffico il quadrante est con il nuovo ospedale, gli insediamenti residenziali previsti, e il palazzetto dello sport nel momento in cui ci sarà una partita o un concerto? E come interagirà con il viadotto Darwin o il traffico per l'interporto? E infine quali riflessi avrà nel quadrante est la nuova cittadella universitaria alla Stanga dove noi stiamo già pensando alla creazione della Soft city con il concorso promosso insieme alla Camera di Commercio».
Dunque?
«È fondamentale mettere insieme questi elementi su un tavolo al quale siano chiamati tutti i protagonisti della pianificazione, ingegneri compresi. Gli ingegneri possono aiutare dunque, basta chiedere. Io propongo una sorta di stati generali della città. Per risolvere i problemi oggi occorre contaminazione fra gli esperti. Il confronto genera soluzioni, perché non possiamo farlo anche noi, quando servono competenze diffuse? Il mio messaggio è: siamo un Ordine in mezzo a voi».
Non solo ospedale però...
«Certo, la città si sta trasformando velocemente. Molto del merito va all'Università che ad esempio creerà il nuovo polo delle scienze sociali all'ex caserma Piave. Ma questo avrà un ritorno su tutto il traffico e la sosta di quel quadrante».
Qualcuno vorrebbe usare la Prandina come parcheggio anche per questo problema. Che ne pensa?
«Che noi siamo pronti a dare a una mano ma se qualcuno ci dice che serve pensare a qualcosa. Nel senso che noi ci possiamo muovere solo dopo che la politica ha deciso cosa fare».
M.G.
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