Cirrosi epatica, un intervento unico in Veneto

Martedì 14 Agosto 2018
Cirrosi epatica, un intervento unico in Veneto
L'ECCELLENZA
PADOVA Un intervento multidisciplinare, in modalità mini-invasiva. Che significa minor sanguinamento, ripresa più veloce, ospedalizzazione più breve. E un benefico ritorno al passato dopo aver sconfitto una particolare forma di demenza. Un paziente di settant'anni, affetto da gravi conseguenze neurologiche causate dalla cirrosi epatica, è stato sottoposto a un intervento di chiusura per via venosa della comunicazione anomala che si era aperta fra la vena renale sinistra e la vena proveniente dalla milza.
L'operazione è stata eseguita da un'equipe interdisciplinare di clinici dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova: al tavolo operatorio i radiologi interventisti Giulio Barbiero e Michele Battistel della Radiologia diretta da Diego Miotto, i gastroenterologi Marco Senzolo dell'Unità trapianti multiviscerali diretta da Patrizia Burra, con il coordinamento clinico di Piero Amodio e di Sara Montagnese della Clinica medica a Orientamento epatologico diretta da Paolo Angeli. Lo stato clinico del paziente era particolarmente complesso. La cirrosi epatica rappresenta il quadro terminale della compromissione anatomo-funzionale del fegato: rientra fra le prime dieci cause di morte nel mondo occidentale e riconosce fra le sue cause principali l'abuso di alcol e le epatiti croniche virali. La caratteristica più evidente della cirrosi è il sovvertimento della struttura del fegato con fibrosi e rigenerazione sotto forma di noduli. La cirrosi epatica è quindi il risultato di un processo di continuo danno e riparazione del parenchima epatico con formazione di ponti fibrosi tra le unità elementari che costituiscono il fegato: i lobuli. Questo disordine architetturale conduce a un malfunzionamento del fegato sia dal punto di vista metabolico sia dal punto di vista sintetico. In alcuni casi, come in quello all'attenzione dei clinici padovani, la cirrosi epatica può causare saltuari disturbi mentali come l'encefalopatia epatica. Questi disturbi possono divenire persistenti, simili a una condizione di demenza alla quale si alternano momenti di incertezza dell'espressione verbale con comportamenti bizzarri e inadeguati che rendono il paziente disabile, costringendolo ad una condizione di completa dipendenza. Questo, talvolta, è causato da alterazioni della circolazione del sangue all'interno dell'addome: si aprono cioè nuove comunicazioni che sottraggono il sangue dei visceri all'azione depuratrice del fegato e lo riversano, non depurato, nella circolazione generale.
LA TECNICA
Ma stavolta è stata scelta e adottata una metodica che ha magnificamente risolto il problema. La tecnica applicata ha richiesto il concorso di più competenze, una sinergia che si è rivelata vincente e potrà essere agevolmente replicata in altri assistiti che presenteranno il medesimo disturbo. Un catetere è stato introdotto per via percutanea mini-invasiva attraverso la vena femorale, è stato spinto fino alla vena renale sinistra e introdotto nella comunicazione anomala con la vena proveniente dalla milza. Quindi, è stato introdotto del materiale pro-coagulante che ha impedito il passaggio di sangue nella vena renale e lo ha re-diretto verso il fegato per essere depurato. La manovra si è conclusa positivamente e l'uomo ha ripreso la sua vita di prima, riacquistando buona parte delle sue funzioni mentali. La multidisciplinarietà e l'alta competenza hanno così permesso di realizzare a Padova, e per la prima volta in Veneto, peraltro con estremo successo, questa nuova procedura d'avanguardia effettuata in pochi altri centri al mondo.
Federica Cappellato
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