Camusso incontra i lavoratori: «Si sentono tutti a rischio»

Mercoledì 16 Maggio 2018
Camusso incontra i lavoratori: «Si sentono tutti a rischio»
L'INCONTRO
PADOVA Un'ora e mezza di faccia a faccia con chi i capannoni, le frese e le siviere delle Acciaierie Venete le vive ogni giorno. Un'ora e mezza di incontro a porte chiuse nella sede della Cgil di Padova, per capire cosa sia successo e cosa, soprattutto, si possa fare perché non succeda più.
E alla fine a Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, ieri a Padova per portare la solidarietà ai lavoratori delle Acciaierie Venete coinvolti nell'incidente di domenica, rimane la convinzione che nella ricostruzione fatta finora, qualcosa non torni, se ci sono tre persone ricoverate in ospedale con ustioni su tutto il corpo, e due di loro lottano tra la vita e la morte.
«È improprio dire che ci sono stati controlli e sicurezza visto quanto è accaduto sono state le parole della segretaria generale Cgil - Questo indica, invece, che l'attenzione va ricentrata sul tema della prevenzione e non solo sul tema degli strumenti, ossia l'imbragatura della siviera, ma anche su come i lavoratori vengano messi in condizione di sicurezza di fronte all'ipotetica possibilità di un incidente».
Nell'incontrare i delegati cittadini e le rappresentanze sindacali di Acciaierie Venete, Camusso ha voluto sapere i dettagli dell'incidente avvenuto domenica mattina nello stabilimento di riviera Francia, in piena zona industriale. «Mi è stata raccontata la dinamica dell'incidente. Mi hanno riferito la preoccupazione dei lavoratori, che sono tutti molto colpiti, non solo per il dolore dei loro colleghi che lottano tra la vita e la morte, ma anche per avere preso coscienza che sono in una condizione di lavoro a rischio e che quella condizione non si deve ripetere» ha precisato la segretaria. Che nel suo ragionamento si è spinta ad analizzate la tendenza delle imprese ad appaltare alcuni lavori all'esterno, come nel caso di Acciaierie Venete: «Abbiamo sempre cercato di contrastare i processi di esternalizzazione - ha continuato - sia che avvenissero nel sistema pubblico che all'interno delle imprese, soprattutto perché quando sono mossi da un'idea non specialistica del lavoro, ma determinate da una logica di riduzione dei costi, questo significa un trattamento peggiore per i lavoratori: quindi tagliare sulla formazione, sulle norme di sicurezza».
Parola, sicurezza, che fa rima con prevenzione, altro tema affrontato da Camusso nella sua mattinata padovana. «È scomparsa la prevenzione e questo significa che il rischio si moltiplica - ha aggiunto - E quando si parla di prevenzione, non si può continuare a premere sulle persone con 10-12-14 ore di lavoro, perché in nessuna attività si può immaginare che la concentrazione sulla sicurezza rimanga per un tempo così prolungato».
La conclusione è dedicata alla dissonanza tra chi parla di industria sempre più tecnologica e gli incidenti che si susseguono senza sosta. «C'è un divario impressionante - ha detto Camusso - tra la strage continua di questo periodo e il raccontarci l'innovazione e la digitalizzazione. Questo vuol dire che non ci sono state innovazione, ricerca, attenzione a determinare la sicurezza dei lavoratori. E dove sono cresciute anche poco le presenze di lavoratori, queste sono precarie».
Nicola Munaro
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