Cacciatori di sponsor per il Prato e le Mura

Lunedì 19 Giugno 2017
Cacciatori di sponsor per il Prato e le Mura
Gli uffici comunali le tentano tutte. Hanno provato anche a fare appello all'Ambasciata di Svezia. Perchè non finanziare la statua numero 59 di Prato della Valle, tale Gustavo Adamo Baner, figlio del condottiero Giovanni, venuto dal nord per studiare legge a Padova? Forse ha contato il fatto che pare fosse talmente incapace da meritarsi il nomignolo di Gustavo lo Scemo, ma la Svezia, pur garbatamente, ha declinato l'invito: «No grazie, non abbiamo fondi». Tanto per dire che non è facile, nonostante le agevolazioni dell'Art Bonus che promette un'importante agevolazione fiscale, attirare soldi da destinare alla conservazione del patrimonio culturale pubblico. Anche se dal febbraio dello scorso anno ad oggi c'è chi si è fatto avanti, sia cittadini sia imprese, resta ancora parecchio lavoro da fare. Su quindici progetti selezionati dal Comune, otto sono stati finanziati oppure già realizzati. Nelle casse sono arrivati circa 130 mila euro più il sostanzioso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. La cifra da raggiungere però, complici soprattutto due interventi importanti (il Parco delle Mura e il restauro di 53 statue di Prato della Valle), ammonta a diversi milioni di euro.
«Stiamo parlando di un mercato particolare - afferma Leonardo Brocca, capo del settore Gabinetto del Sindaco, cui fa capo l'Ufficio progetti comunitari che si occupa dell'Art Bonus - Non basta pubblicare un avviso perchè le ditte arrivino a frotte, ancora più difficile è se parliamo di aziende multinazionali o transnazionali che spesso hanno maggiore disponibilità di denaro. In generale, diciamo che bisogna coccolarsele, e gli uffici sono particolarmente impegnati su questo fronte». Lo sforzo e le risorse umane a disposizione però non sempre bastano. Da qui l'idea di affidare a specialisti la ricerca di sponsor culturali. «È già stato pubblicato un avviso ed è stata presentata un'offerta. Si tratta di un'agenzia che si impegnerà nel contattare imprese interessate a fronte di una provvigione sull'incasso. La procedura è ancora in itinere e comunque la prima fase sarà sperimentale». I cacciatori di mecenati avranno il loro daffare. La lista di opere da finanziare è lunga: oltre ai due progetti più costosi, figurano, tanto per dire, gli affreschi della Casa del Petrarca e le disastrate sale del Caffè Pedrocchi. «Con questa operazione, l'interesse dell'amministrazione comunale è ampliare la possibilità che aziende del territorio e non solo si propongano per attivare l'Art Bonus. Va detto che in ogni caso, già in questa prima fase, si è dimostrato che il meccanismo ha grandi potenzialità e funziona».
Partner principale finora è stata la Fondazione Cassa di Risparmio che, usufruendo dell'agevolazione fiscale, ha destinato due milioni di euro, sui sei necessari, per il primo stralcio della ristrutturazione delle Mura da Codalunga al bastione Nuovo, altri 60 mila euro per il restauro di quattro statue del Prato, quasi un milione di euro per la sistemazione della scuola Ardigò in via Agnus Dei e 50 mila per il complesso Cornaro (ne servono 65 mila). Ai primi finanziatori (Canossa Events, Fisher Italia, Cabassi & Giuriati spa, Lions Club Padova Host e Lions Club di Piove di Sacco), si è aggiunta la Conad che ha scelto di sistemare tre statue del Prato collocate sul ponte del Papi, dove transitano moltissime persone. «È chiaro - aggiunge Brocca - che alcuni progetti sono più appetibili di altri per valore storico, visibilità, ritorno di immagine. L'agenzia che si affiancherà come procacciatore ai nostri uffici avrà il compito di intercettare soggetti interessati anche ad interventi meno appariscenti ma egualmente importanti. Penso ad esempio alla Casa di Petrarca ad Arquà: seppur visitata, è fuori città e magari non attira come altri monumenti».

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