C'è un video sulla tragedia di Domenico Maurantonio. Immagini agghiaccianti,

Lunedì 27 Giugno 2016
C'è un video sulla tragedia di Domenico Maurantonio. Immagini agghiaccianti, con il corpo del diciannovenne studente padovano, in gita all'Expo di Milano, che vola dal quinto piano dell'Hotel Da Vinci, la mattina del 10 maggio dello scorso anno. E il filmato si conclude ancora peggio. Il corpo di Domenico cade su una scalinata di tre gradini, distante da dove è stato trovato.
Il filmato è stato ricostruito al computer dai consulenti tecnici dell'avvocato Eraldo Stefani, legale della famiglia Maurantonio. Ed è contenuto nella voluminosa consulenza della difesa, oltre tremila pagine, consegnata ai pubblici ministeri Alberto Nobili e Giancarla Serafini, che coordinano l'inchiesta sulla morte dello studente del liceo Nievo. Un ingegnere esperto in precipitazioni, uno esperto in suoni e registrazioni e un biologo hanno lavorato a lungo per ricostruire il filmato sulla tragedia di Domenico. E la caduta si basa sulle ferite e sulle fratture riscontrate sul corpo dal professor Massimo Montisci, vice direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Padova.
E c'è una novità che emerge dal filmato. Il corpo di Domenico viene fatto cadere dalla finestra del quinto piano dell'albergo. Perché sotto il davanzale, sulla destra, ci sono cinque segni, che potrebbero essere le dita del ragazzo. «Qualcuno gli teneva le gambe e Domenico penzolava verso il basso a testa in giù, in posizione verticale. In questo frangente ha toccato con la mano destra il muro dell'albergo, lasciando a circa un metro di distanza dalla finestra l'impronta delle dita. Alla domanda se Domenico si sia sganciato da qualcosa o da qualcuno prima di precipitare la risposta giunge chiara. Si è sganciato da qualcuno. Da chi? Mi riferisco a tutti quelli che quella notte erano presenti nell'hotel», afferma l'avvocato Eraldo Stefani.
I compagni di stanza di Domenico hanno detto agli investigatori della Sezione omicidi della Squadra mobile di Milano che alle sei di mattina Domenico non era a letto. Mentre alcune ragazze, che dormivano al quinto piano, hanno raccontato di aver notato un uomo che si aggirava di notte in albergo. Secondo gli esperti della difesa Domenico non è caduto dove è stato trovato dai soccorritori. Insomma, il suo corpo sarebbe stato spostato. Perché? Secondo il legale della famiglia Maurantonio, il corpo di Domenico sarebbe stato trascinato oltre i gradini per simulare il suicidio.
È il professor Montisci a dire che il cadavere non è caduto sul posto dove è stato trovato. «Le lesioni presenti sul versante sinistro del tronco e degli arti inferiori bilateralmente, lineari e poste a pressoché eguale distanza l'una dall'altra, e la frattura biosfera della gamba sinistra, suggestive di un impatto ad elevata energia contro un corpo contundente a superficie spigolosa e rettilinea, come ad esempio lo spigolo di scale, non si spiegano con la semplice precipitazione contro una superficie piana quale il pavimento del piazzale esterno. Una possibile spiegazione è data dalla precipitazione con urto contro gli scalini antistanti il punto di rilevamento del cadavere» afferma Montisci. E aggiunge: «La presenza inoltre di lembetti epidermici orientati in senso cranio-caudale indicano che verosimilmente, a seguito dell'impatto, sia avvenuto lo strisciamento delle lesioni in senso craniale del corpo, compatibile sia con lo scivolamento del cadavere lungo il piano inclinato delle scale, sia con una trazione del corpo da parte di terzi. Quest'ultima possibilità è avvalorata dalla presenza delle tre aree ovalariformi a livello dell'avambraccio destro che potrebbero essere state impresse post-mortem durante la mobilitazione del cadavere», scrive il professor Montisci nella sua lunga consulenza tecnica.
Perché è stato spostato il corpo di Domenico dopo la caduta? L'avvocato Stefani sostiene che si voleva simulare il suicido. Perché Domenico è precipitato dalla finestra del quinto piano a testa in giù mentre qualcuno lo teneva per le gambe? Ma chi era al quinto piano dell'Hotel Da Vinci tra le 5,30 e le 7 del 10 maggio dello scorso anno? Un compagno di stanza ha raccontato agli investigatori della Squadra mobile che «Domenico prima di mettersi a letto è andato a lavarsi i capelli. La porta del bagno non aveva la chiave. Non si poteva chiudere nè da dentro nè da fuori». Erano in tre nel letto matrimoniale. «L'ultima cosa che ricordo è che mentre mi addormentavo avevo Domenico alla mia sinistra. Indossava una maglietta e dei pantaloncini scuri. Alle 6,30 avevo la luce sulla faccia, mi sono svegliato, ho notato l'assenza di Domenico. Ho pensato che fosse in bagno e mi sono riaddormentato».
Alle 7,30 i compagni di stanza si sono alzati, sono scesi a fare colazione e hanno avvertito i professori che Domenico non c'era. Sono stati i compagni di classe a chiamare in causa uno sconosciuto. «Al 5. piano si aggirava un uomo. Le ragazze che hanno dormito nella camera 531, vicino alla finestra dalla quale Domenico è caduto, quando erano salite in camera avevano avuto difficoltà ad aprire la porta. È arrivato alle loro spalle uno sconosciuto, ha preso la tessera e le ha aiutate ad entrare. Erano le 2,30 del mattino e l'uomo, un cinquantenne, senza capelli e con la barba, era vicino alla finestra», hanno raccontato i compagni di stanza di Domenico.
Una consulenza delle difesa di tremila pagine per sostenere che Domenico non si è suicidato, ma è stato "fatto cadere" da quella finestra.
Ma nel fascicolo dei pm ci sono anche le migliaia di pagine delle indagini e dei rapporti degli investigatori della Sezione omicidi della Squadra mobile di Milano.

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