Bitonci: un non-sindaco, alle urne solo a quorum raggiunto

Martedì 24 Ottobre 2017
Bitonci: un non-sindaco, alle urne solo a quorum raggiunto
IL CARROCCIO
PADOVA «Il comportamento di Giordani al referendum è in perfetta linea con il suo operato come sindaco: non c'è. Non pervenuto». Massimo Bitonci, ex primo cittadino, senatore e attuale presidente della Liga veneta-Lega Nord, attacca chi a giugno, al termine di un'aspra lotta, gli ha impedito il ritorno a Palazzo Moroni: «Un sindaco vero dà un'indicazione pubblica, chiara, esplicita su un tema fondamentale come quello dell'autonomia della sua regione, per giunta in questa cruciale fase storica. E un sindaco che si rispetti, che tiene in considerazione l'istanza del Veneto autonomo, va a votare alle 8 del mattino. Non aspetta le nove della sera, come ha fato Giordani, che si è fatto vedere al seggio solo dopo la notizia che ormai il quorum era stato raggiunto. Che pena, sono trovate da Prima repubblica, cose che facevano i peggiori democristiani. Ma non mi stupisce: Giordani è un non sindaco». Il presidente della Liga ne ha anche per il Pd: «Hanno provato a boicottare il referendum, altro che Sì critico. Si sono battuti in ogni provincia, a Padova senz'altro, per non fare andare la gente a votare e far saltare il quorum. La realtà è che sia Pd che Mpd erano assolutamente contro il Sì, al di là dei finti distinguo».
Nel Comune di Padova, l'affluenza è stata del 46% contro il 59,6% complessivo della provincia, come si spiega? «Il dato del capoluogo è in linea con quello degli altri capoluoghi del Veneto. Non c'è nessuna anomalia, nessun caso Padova. Ovunque la provincia è stata trainante rispetto alla città. In particolare il risultato del Sì in tutta la fascia pedemontana è stato eccezionale. Se avessero potuto esprimersi anche i veneti all'estero sarebbe andata ancora meglio, il risultato sarebbe stato ancora più rotondo. Allo stesso modo, il Sì ha riscosso le percentuali più alte nei comuni di piccoli. Ma considero comunque anche quello della città un buon risultato per la causa autonomista. Pd e sinistra invece si sono emarginati da soli, il Sì ha prevalso in misura importante nonostante la loro campagna elettorale. Ma, dai commenti che sento, ancora non hanno compreso che razza di errore politico hanno fatto. Poco importa: lo capiranno più avanti».
Sta di fatto che la sinistra canta vittoria per il risultato del centro storico: «Possono dire quello che vogliono - risponde Bitonci - La verità è che hanno perso un altro treno, un'altra grande occasione. Quanto ai numeri, non possono essere strumentalizzati più di tanto. Al ballottaggio delle ultime comunali l'astensione è stata del 45% circa, al referendum di domenica del 55%. Dunque, due giorni fa il 46% dei padovani si è recato alle urne, il 98% ha votato Sì. Bene, adesso, in nessun modo serio e logico, il Pd e la sinistra possono intestarsi quel 55% che è domenica rimasto a casa».
Diciamo allora che c'è un certo divario tra centro storico e provincia: «Neanche questa è una novità - sostiene l'ex sindaco - la provincia ha compensato il voto delle città perchè è più coerente e più attaccata alle tematiche territoriali. Per quanto riguarda il centro storico di Padova qui il risultato del referendum ha risentito dello snobismo radical-chic: che è il problema di Padova. È solo in virtù di questo voto radical-chic che alle comunali di giugno ha vinto il non sindaco».
Pa.Fra.
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