Bimba scossa, il cugino in corte d'Assise

Giovedì 24 Maggio 2018
Bimba scossa, il cugino in corte d'Assise
SAN MARTINO DI LUPARI
Il cugino baby sitter, il prossimo 27 settembre sarà davanti ai giudici della corte d'Assise. Così ha deciso ieri mattina il Gup Domenica Gambardella. Il moldavo di 27 anni Eughenii Tripadus dovrà difendersi dall'accusa di omicidio volontario aggravato perchè commesso su un minore e perchè in quel momento doveva prendersi cura della piccola. Per l'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Roberto Piccione titolare delle indagini, la bimba di nove mesi Yara Hamouda, papà tunisino e mamma moldava, è stata uccisa perchè scossa con violenza. A ucciderla, ancora secondo la pubblica accusa, è stato il cugino moldavo di 27 anni. Dall'autopsia, effettuata dai medici legali De Caro e Porzionato dell'Università di Padova, è emerso come la bambina sia morta per l'azione meglio conosciuta come shaken baby. Scuotendo fortemente un bambino tenuto per le braccia o per il busto si provoca un movimento di accelerazione e decelerazione del tessuto cerebrale all'interno della scatola cranica. Questo movimento provoca una trazione a livello del midollo cervicale, un trauma contusivo del cervello contro la scatola cranica e una trazione sui vasi cerebrali, con conseguente rottura ed emorragia. Inoltre la piccola, ancora secondo l'accusa, sarebbe stata scagliata contro il muro dal cugino. Infatti i medici si sono accorti di un ematoma sulla zona della fronte. Lo scuotimento, ancora secondo quanto emerso dall'autopsia, ha provocato nella piccola proprio una serie di emorragie celebrali. I medici legali hanno anche appurato che la bimba non aveva sofferto di un rigurgito e che non era affetta da altre patologie, tanto da doverla scuotere con forza per salvarla. La piccola poi non è mai caduta, ma sono state trovate tracce di precedenti lesioni cutanee. Ferite alle quali la Procura non sa indicare un colpevole. La piccola Yara, nata il 6 dicembre del 2015, è stata maltrattata il primo settembre del 2016 ed è morta il 2 ottobre sempre del 2016 dopo un mese di terapia intensiva. Secondo l'accusa il giovane, all'ora di pranzo di giovedì primo settembre, avrebbe preso in braccio la neonata e la avrebbe scossa più volte con insistenza per cercare di farla smettere di piangere. Il giovane moldavo ha poi chiesto aiuto ad alcuni vicini di casa, e a San Martino di Lupari prima è arrivata un'ambulanza del Suem 118 e poi l'elisoccorso decollato da Padova. La piccola è giunta al pronto soccorso di Pediatria a Padova in condizioni disperate. I dottori visitandola, si sono accorti di alcuni lividi sul torace e sulla schiena. Segni riconducibili alla pressione dei polpastrelli di una mano di un adulto. Ed è per questo che le indagini si sono focalizzate sul 27enne, a cui era stata affidata la piccola Yara. Il moldavo, nei giorni successivi, è stato intercettato e al telefono ha parlato dell'episodio con la mamma della bambina.
Marco Aldighieri
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