Berto: «Pronti ad aiutare i pazienti che denunciano»

Domenica 22 Ottobre 2017
Berto: «Pronti ad aiutare i pazienti che denunciano»
L'OPINIONE
PADOVA «Salutiamo molto positivamente questa bella iniziativa perchè l'abusivismo odontoiatrico è una piaga che danneggia sia i pazienti che la professione, screditando alla fin fine il lavoro di tutti». Così Ferruccio Berto, presidente dell'Andi di Padova nonchè della locale Commissione albo odontoiatri.
«Noi siamo sempre all'erta per smascherare i finti dentisti, ricordando i grossi danni che causano alla salute pubblica, al cittadino. Persone che poi - spiega Berto - ritroviamo nei nostri studi, perchè hanno perso la funzione dei denti con alla fine un aumento dei costi complessivi. Alla popolazione consiglio di utilizzare questa app: se qualcuno si accorge che, per sbaglio o per disgrazia, è incappato in un abusivo, interrompa subito le cure, ce lo segnali e come categoria siamo anche disposti ad andargli incontro». I campanelli d'allarme che dovrebbero mettere la pulce nell'orecchio dell'utenza? Location di fortuna, mancato rilascio di fatture, norme igieniche disattese. Spesso il paziente intuisce che c'è qualcosa che non va ma non parla per timore reverenziale e molti SE ne approfittano anche perchè le divise di lavoro non recano nome e cognome del professionista. Parallelamente al fenomeno di chi esercita senza averne titolo, c'è il problema del turismo odontoiatrico verso l'Est Europa con personaggi che offrono pacchetti di vacanza & salute alle terme o nelle città d'arte con annesse visite e cure odontoiatriche. E poi tutto il grande capitolo dell'assistenza dentistica low-cost che si può effettuare in Veneto, senza macinare troppi chilometri di macchina. La categoria soffre infine dei furti su commissione, con la refurtiva che prende la strada dell'estero, scavalcando le frontiere e raggiungendo Paesi dove c'è una floridissima attività odontoiatrica a basso prezzo. «Nessun dentista italiano comprerebbe merce rubata perchè ferri e apparecchi utilizzati nei nostri studi devono avere per legge la tracciabilità, con numero di matricola documentato: si tratta di strumenti certificati, sterilizzati, dalla filiera facilmente riconoscibile.», sottolinea Berto.
F.Cap

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