Ben 69 volontà sono depositate nella segreteria del Comune

Domenica 19 Febbraio 2017
Ben 69 volontà sono depositate nella segreteria del Comune
Il caso di Diego Bettamin, il macellaio settantenne di Montebelluna malato di sla che ha deciso di abbandonare la vita con la sedazione profonda, ripropone un tema, quello sulla volontà di esprimersi sulla propria fine che il parlamento non ha mai voluto affrontare. Ma la problematica è molto sentita anche a Padova dove, nell'aprile del 2012, per iniziativa di Marina Mancin consigliere di Sinistra per Padova, il consiglio comunale, con l'opposizione della parte cattolica del Pd che edulcorò il testo per scongiurare ogni forma di diritto all'eutanasia, dispose la raccolta e la conservazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario. Una sorta di pre-testamento biologico nel quale il Comune si fa testimone di una volontà che può soltanto custodire in copia, in quanto deve essere espresse in altre sedi, presso un notaio o un avvocato, mentre in altre città viene registrata direttamente a Palazzo.
Ebbene questa pratica è proseguita negli anni, ed è tuttora attiva, tanto che in Comune sono arrivate finora 69 dichiarazioni. L'ultima a metà del mese scorso. A quell'epoca furono individuate altre due stazioni dove poter depositare la propria volontà. La chiesa valdese e lo studio di un avvocato, Carlo Fedele. La prima le ha accettate fino a tre anni fa, e sono 54. L'altra è un'iniziativa nata in area dell'ex Sel e partito socialista. Nello studio legale in via Berchet 16, ne sono depositate 80. Il servizio che ha anche una pagina su Fb, ora è temporaneamente sospeso, «ma sarà riaperto al più presto» assicura Andrea Frizzera vice segretario.
Dal punto di vista legale la dichiarazione è solo un atto simbolico. Ma può essere esibita davanti a un medico da parte di una terza persona quando noi non fossimo più in grado di decidere. E contiene le nostre disposizioni su quanto accanimento vogliamo sia fatto sul nostro corpo. Nel modulo di richiesta di deposito in Comune (a cui si può facilmente arrivare dalla schermata iniziale del sito padovanet, scrivendo testamento biologico) si segnala unicamente chi è il proprio rappresentante fiduciario e dove è depositata la dichiarazione di trattamento. Questo nel momento in cui io non possa formare o manifestare la mia volontà in caso di fine vita c'è scritto nel modulo. Per eseguire l'operazione bisogna prendere un appuntamento con la segreteria generale andarci per la firma, con in mano il proprio testamento biologico, insieme al proprio fiduciario. Una copia resta a Palazzo Moroni un'altra viene data ai sottoscrittori. In questo modo qualcuno sarà informato delle cure che si intendono ricevere o rifiutare in stato di incoscienza. E la persona che abbiamo delegato prenderà tutte le decisioni del caso, ovvero se si vorrà o meno essere tenuti in vita dalle macchine; oppure ricevere farmaci oppiacei per alleviare le sofferenze o ancora donare o meno gli organi o far utilizzare il proprio corpo per fini scientifici.

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