«Basta gettare fango sul Due Palazzi»

Lunedì 24 Luglio 2017
Basta gettare fango sul Due Palazzi. Se qualcuno ha sbagliato non può rappresentare tutto il carcere, tanto meno le mille esperienze positive che lo hanno eletto istituto modello in Italia. A parlare è Mauro Palma, garante nazionale per i detenuti e fondatore della associazione Antigone. Presto sarà a Padova a portare solidarietà a chi si impegna ogni giorno per una detenzione che sia vera rieducazione.
Di inchieste se ne sono viste passare diverse: droga e telefoni cellulari ai detenuti, agenti deviati, regime morbido concesso anche a chi è legato alla criminalità organizzata, pure un ergastolano che rinsalda dalla sua cella i rapporti con i pusher. Ma le conquiste sono state davvero tante. Lo sottolinea Palma: «Giusti i provvedimenti contro chi ha sbagliato - afferma - ma per questo non va fermato un cammino importante, non vanno taciuti gli aspetti positivi del carcere di Padova. Penso ai detenuti che si incontrano con gli studenti, al lavoro della Giotto, con attività interne e esterne alla casa di reclusione, penso alla rivista di Ristretti Orizzonti. L'impegno delle cooperative è eccellente».
In ambito nazionale il Due Palazzi è tra i pochi dove si lavora e si studia a contatto con la realtà cittadina (recentemente un romeno si è laureato in Ingegneria informatica), è il carcere dove si producono panettoni da inviare a Papa Francesco, dove medici e psicologi seguono i tossicodipendenti, e non va certo dimenticata l'attività dei tanti agenti della polizia penitenziaria, in cronico sottorganico, impegnati a fronteggiare un lavoro da trincea. «Formazione lavoro, - sintetizza Palma - responsabilizzazione dei soggetti, impegno culturale per fare conoscere il carcere fuori delle sue mura».
Sulla declassificazione dei detenuti, dal regime duro a quello ordinario, provvedimento per il quale è stato coinvolto in un'inchiesta l'ex direttore Salvatore Pirruccio, il garante nazionale ricorda: «Non spetta al direttore, ma al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. E comunque è un percorso positivo, di reinserimento, secondo la finalità rieducativa della pena. È legata a una ragione superiore a quella amministrativa e organizzativa, pur legittime».
Quanto ai detenuti finiti sotto inchiesta, Palma continua: «Provo rabbia contro chi ha gettato discreto su chi lavora, sull'ex direttore Pirruccio, sul presidente della Giotto Nicola Boscoletto, su Ornella Favero, direttore di Ristretti Orizzonti. Tre figure di impegno totale per un carcere diverso. Quei detenuti hanno tradito, e certo non rappresentano tutta l'immagine del carcere».

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