Banda dell'oro: pene dimezzate in Appello, i ladri chiedono scusa

Giovedì 17 Gennaio 2019
LA SENTENZA
PADOVA In rito abbreviato, davanti al Gup Margherita Brunello, la banda dell'oro composta da dodici giovani albanesi, aveva totalizzato pene per 41 anni tutti accusati di furto, ricettazione e riciclaggio. E ieri davanti ai giudici della Corte D'Appello a Venezia, per quei venticinque colpi in abitazione hanno confessato e chiesto scusa, e si sono visti dimezzare la pena. Sono Kriostiano Janka, detto Laul di 20 anni, 2 anni e 4 mesi (in abbreviato 4 anni e 6 mesi); Sardanjel Lleshaj 20 anni, 3 anni (4 anni e 8 mesi); Ibrahim Sokoli 26 anni, 2 anni e 2 mesi (4 anni); Fabion Tuda 21 anni, 1 anno 4 mesi pena sospesa (2 anni e 8 mesi); Ecaterina Vatanu 20 anni, 1 anno e 6 mesi e 20 giorni pena sospesa (2 anni e 5 mesi); Ismail Alshabani 24 anni, 1 anno 6 mesi (2 anni e 5 mesi); Arjan Arapi 20 anni, 2 anni e 1 mese pena sospesa (3 anni); Erision Beqiri 21 anni, 3 anni e 2 mesi (4 anni e 10 mesi); Mateus Delilaj 21 anni, 2 anni e 6 mesi e 20 giorni (5 anni); Kreshnik Gjini 24 anni, 2 anni 1 mese e 10 giorni (4 anni e 4 mesi). Gran parte di loro difesi dagli avvocati Mauro Serpico, Fabio Crea e Leonardo Arnau. I ragazzi di età compresa tra i 18 e i 26 anni, prima di ogni furto si davano appuntamento in un bar di galleria Tito Livio. Qui, tra uno spritz e una pizzetta calda, individuavano l'obiettivo e si organizzavano per il colpo. Ognuno di loro aveva un compito preciso: chi faceva il palo, chi si intrufolava nelle case per fare razzia, chi andava a seppellire il tesoro lungo l'argine del Bacchiglione in zona Bassanello e chi vendeva il bottino nei compro oro padovani o nei campi rom milanesi. Da ottobre del 2016 a giugno del 2017 gli inquirenti hanno accertato almeno 25 colpi in totale. La quasi totalità dei condannati proviene dalla cittadina albanese di Laç e sono arrivati in Italia come minori non accompagnati quando avevano tra i 15 e i 16 anni.
M.A.
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