Il grande timoniere ha le idee chiare ma l'equipaggio nicchia. É una partita tutta da giocare quella di domani alla Fondazione Cariparo. Il presidente Antonio Finotti, è convinto di rinnovare il cda in scadenza inserendo tre nomi esterni su otto. Non è contro la legge, ma non si usa. Anche perché di solito si pesca fra i 23 del Consiglio generale che, quando ne è stato informato ufficiosamente dal presidente, ci è rimasto male. Della serie: noi non siamo all'altezza?
Finotti, classe 1928, è abituato così. Altrimenti non avrebbe portato la Fondazione dov'è ora. La terza in Italia, con un assegno di 93 milioni di euro da dividendi di Intesa Sanmpaolo da riscuotere a maggio (è socio al 3,05 per cento) e 45 milioni di euro erogati sul territorio ogni anno. Ragion per cui sindaci, presidenti, e associazioni lo adorano e lo temono.
Ebbene Finotti ha pensato che su 8 del cda , 5 sono al secondo mandato, compresi i due vicepresidenti Marina Bastianello e Sandro Fioravanti, quindi da statuto se ne andranno. Anche se rimanessero, come sembra, Marco Costamagna, Adriana Topo e Vincenzo Rebba, che stanno chiudendo il primo mandato, ne restano cinque da fare. Tra questi, tre li vorrebbe pescare da fuori. Saverio Bozzolan, docente di Economia aziendale alla Luiss, l'ex sindaco di Rovigo Fausto Merchiori, e l'ex presidente delle Acli, l'avvocato Marco Ferrero. Però deve avere una solida maggioranza in consiglio, non starebbe bene vincere solo di misura. Dunque in queste ore il presidente sta moltiplicando i contatti, ma l'accoglienza per ora sembra tiepida. Anché perchè un ente che eroga 120 milioni di euro ad ogni piano triennale ha bisogno di saggezza.
E a proposito di questa, l'anno prossimo in aprile scade il presidentissimo che compie 90 anni e (forse) lascerà. Potrebbe essere Francesco Moschetti docente di diritto tributario al Bo il suo erede. É entrato con voto all'unanimità in consiglio, da 20 giorni. Un altro bel nome che gira è quello di Gilberto Muraro l'ex rettore esperto di economia, ma si parla anche del segretario generale, Roberto Saro.
Finotti, classe 1928, è abituato così. Altrimenti non avrebbe portato la Fondazione dov'è ora. La terza in Italia, con un assegno di 93 milioni di euro da dividendi di Intesa Sanmpaolo da riscuotere a maggio (è socio al 3,05 per cento) e 45 milioni di euro erogati sul territorio ogni anno. Ragion per cui sindaci, presidenti, e associazioni lo adorano e lo temono.
Ebbene Finotti ha pensato che su 8 del cda , 5 sono al secondo mandato, compresi i due vicepresidenti Marina Bastianello e Sandro Fioravanti, quindi da statuto se ne andranno. Anche se rimanessero, come sembra, Marco Costamagna, Adriana Topo e Vincenzo Rebba, che stanno chiudendo il primo mandato, ne restano cinque da fare. Tra questi, tre li vorrebbe pescare da fuori. Saverio Bozzolan, docente di Economia aziendale alla Luiss, l'ex sindaco di Rovigo Fausto Merchiori, e l'ex presidente delle Acli, l'avvocato Marco Ferrero. Però deve avere una solida maggioranza in consiglio, non starebbe bene vincere solo di misura. Dunque in queste ore il presidente sta moltiplicando i contatti, ma l'accoglienza per ora sembra tiepida. Anché perchè un ente che eroga 120 milioni di euro ad ogni piano triennale ha bisogno di saggezza.
E a proposito di questa, l'anno prossimo in aprile scade il presidentissimo che compie 90 anni e (forse) lascerà. Potrebbe essere Francesco Moschetti docente di diritto tributario al Bo il suo erede. É entrato con voto all'unanimità in consiglio, da 20 giorni. Un altro bel nome che gira è quello di Gilberto Muraro l'ex rettore esperto di economia, ma si parla anche del segretario generale, Roberto Saro.
