Acciaierie, domani si rimette in moto lo stabilimento

Mercoledì 13 Giugno 2018
LA DECISIONE
PADOVA Riapre domani lo stabilimento di riviera Francia delle Acciaierie Venete, teatro dell'orrore di domenica 13 maggio, quando una siviera con all'interno novanta tonnellate di acciaio fuso era caduta a terra per via della rottura di un perno, investendo quattro operai con schizzi di acciaio fuso e una bolla di calore incandescente. Un incidente costato la vita al quarantenne operaio moldavo Sergiu Todita e che aveva coinvolto anche Marian Bratu e David Di Natale, entrambi ora su un letto di ospedale a lottare tra la vita e la morte con ustioni su gran parte del corpo. Un quarto operaio era stato colpito in maniera leggera ed era stato dimesso il giorno dopo l'incidente. E ieri, nel giorno del funerale di Todita e a un mese di distanza dall'incidente, con lo stabilimento di riviera Francia dissequestrato nei giorni scorsi per volere della magistratura (dopo la fine delle perizie tecniche disposte dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari) si sono tracciate le linee guida per la riapertura dell'impianto, seppur a ritmi ridotti per un primo periodo. Come detto gli operai torneranno all'interno dell'impianto domani mattina (e di questo verranno informati nel corso di un'assemblea straordinaria convocata per oggi dalla Fiom Cgil). Stretti poi i paletti messi dallo Spisal nel concedere il benestare alla riattivazione dell'impianto. Tre i punti chiave: non ci potranno più essere attività che prevedono in contemporanea lo spostamento della siviera e il lavoro degli operai nella stessa campata. Acciaierie Venete inoltre dovrà far passare sotto il controllo dello Spisal qualsiasi tipo di investimento. Non solo, cambierà anche la siviera stessa: non si tratterà più soltanto di un secchio sorretto da un perno, ma di una struttura che sorregge la siviera dall'alto e che dovrebbe evitarne la caduta anche in caso di danneggiamento o rottura del perno. Nella campata, poi, via alle aree di sicurezza oltre alla creazione di una procedura a cui tutti dovranno attenersi prima di capire i prossimi investimenti che azienda dovrà fare. Non solo sicurezza però nel vertice chiuso ieri sera. La Fiom Cgil ha ottenuto anche che il pagamento della cassa integrazione dei 350 operai durante il periodo di sequestro venga pagata per intero da Acciaierie Venete. «Il sacrificio di Sergiu, così come la lotta di Marian e David ha commentato ieri il segretario della Fiom Cgil di Padova Loris Scarpa deve servire da sprone per rimodulare il modo di lavorare all'interno delle fabbriche, che devono essere tarate più a misura d'uomo e non solo volte al profitto. Eravamo stati chiari: nessuno avrebbe più messo piede in Acciaierie Venete se non ci fossero stati investimenti certi dal punto di vista della sicurezza. Ora il nostro compito, con la ripartenza dell'impianto che è stata messa nero su bianco, è quello di vigilare sull'applicazione di questi accordi e di avere anche un rapporto più completo con lo Spisal che sarà chiamato a vigilare sulla sicurezza interna alle Acciaierie Venete». Così, nel giorno d'addio a Sergiu, le Acciaierie riaccendono i forni.
Nicola Munaro
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