Veneto, fine della legislatura da record

Venerdì 24 Luglio 2020
Veneto, fine della legislatura da record
IL BILANCIO
VENEZIA La prossima settimana il governatore Luca Zaia firmerà il decreto di indizione delle elezioni per il 20 e 21 settembre. Così ieri, poco prima che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni pubblicasse la delibera che dispone la par condicio, i vertici del Consiglio regionale hanno tirato le somme del quinquennio. «La legislatura dei record e non solo per la durata anomala», l'ha definita il presidente Roberto Ciambetti (Lega), confrontando la produttività della decima consiliatura con quella delle precedenti.
I NUMERI
Rispetto alla nona, ottava e settima, quella uscente primeggia sia per sedute celebrate (258, contro rispettivamente 249, 227 e 225), sia per leggi approvate (242, anziché 193, 152 e 175). Guardando al rapporto fra atti licenziati e presentati, sono stati varati 264 progetti di legge su 562, 102 proposte di deliberazione amministrativa su 125, 5 regolamenti su 10, 541 pareri alla Giunta su 561, 312 mozioni (di cui 261 accolte e 51 respinte) su 615, 68 risoluzioni su 137. «Il tasto dolente riguarda l'attività ispettiva, anche se qualche consigliere di opposizione ha l'interrogazione facile...», ha ironizzato Ciambetti, a proposito del noto ritardo dell'esecutivo nel rispondere alle sollecitazioni delle minoranze. «Posso attendere ancora altri 60 giorni», ha replicato Piero Ruzzante (Il Veneto che vogliamo), alludendo al fatto che Palazzo Balbi resterà operativo fino alle urne. Sono state infatti definite 830 interrogazioni a risposta immediata su 1.047 (79%) e 785 a risposta scritta su 918 (86%), tutte le 6 a risposta orale, 15 interpellanze su 22 (68%). Dei 396 ordini del giorno discussi, ne sono stati approvati 292 e respinti 104. Completano il quadro le 77 nomine effettuate e le 8.077 votazioni svolte.
I TEMI
«I provvedimenti non si contano, ma si pesano», ha però rimarcato Francesco Calzavara (Zaia Presidente), numero uno della commissione Urbanistica che ha condotto in porto riforme come il Piano cave atteso da 36 anni, il Piano territoriale regionale di coordinamento che ha sostituito quello del 1992 e il Piano regionale trasporti che ha rimpiazzato il precedente del 1990. Ecco allora che, accanto ai numeri, spiccano i temi: il referendum sull'autonomia del Veneto, la revisione dei vitalizi con un risparmio di 1,6 milioni di euro, il sostegno alle candidature di Milano-Cortina alle Olimpiadi e delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene all'Unesco, la legge-quadro sulla cultura. La seduta più alta d'Europa? Quella a 2.950 metri di quota, per difendere i confini della Marmolada. La più lunga in assoluto? Quella durata 130 ore, per rivoluzionare la sanità attraverso la riduzione delle Ulss e l'istituzione di Azienda Zero, con il ringraziamento di Fabrizio Boron (Zaia Presidente) per Franco Ferrari (Civica per il Veneto): «Si prese la responsabilità di restare in aula e non far cadere il numero legale», al contrario dei colleghi di Forza Italia e Fratelli d'Italia in commissione.
IL FUTURO
Chissà se questa può essere un'indicazione per il futuro. «Mi auguro che nella prossima legislatura potremo disporre di una maggioranza monocolore, senza dover mediare si amministra molto meglio», si è sbilanciato il capogruppo Nicola Finco (Lega). Mai dire mai, come dimostra l'esperienza del Movimento 5 Stelle, ricordata da Simone Scarabel: «Qui siamo stati all'opposizione, ma al Governo siamo diventati maggioranza, prima con la Lega e ora con il Pd». Dai banchi del Partito Democratico, l'auspicio di Bruno Pigozzo: «C'è l'urgenza di addivenire, anche da parte della Regione, a una maggiore consapevolezza sul problema dell'infiltrazione mafiosa nel territorio».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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