Pfas, dichiarato lo stato di emergenza Il governo manda un commissario

Giovedì 22 Marzo 2018
LA DECISIONE
VENEZIA Dagli anni 50, con l'industrializzazione, i composti perfluoroalchilici, conosciuti come Pfas, hanno inquinato le falde acquifere di mezzo Veneto, colpendo le province di Vicenza, Verona e Padova. Dopo battaglie nate nel 2013 ed una decisa azione della Regione Veneto, ieri il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza e ha previsto la nomina di un commissario.
A cantare vittoria sono i cittadini, che in questi anni hanno dovuto sottostare ad esami medici e screening per capire quanto la popolazione fosse stata colpita dal Pfas, utilizzato dalle fabbriche nei più svariati modi: dalle pentole alle suppellettili per la casa, dai tessuti alla carta per pellicole fotografiche, ma anche per contenitori per alimenti. Ad annunciare che il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza è stato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che da molti mesi aveva chiesto quanto deciso ieri dal Consiglio dei ministri: «Dico che il tempo è galantuomo - commenta Zaia - Ricordo che quando ho fatto la richiesta dello stato di emergenza per i Pfas, a settembre dello scorso anno, sono stato attaccato da mezzo mondo, dicendo che erano pure fantasie quelle di pensare a un commissario e che il governo non l'avrebbe mai concesso. Vedo invece che ora la proposta che ho fatto è stata accolta, anche se ai tempi supplementari. Peccato, si sono persi un sacco di mesi». «Ora - ha aggiunto l'assessore all'Ambiente, Gianpaolo Bottacin - con lo stato di emergenza e la nomina di un commissario si potranno sensibilmente ridurre i tempi nella realizzazione dei nuovi acquedotti, con la definitiva soluzione del problema».
Dal Pd Alessia Rotta e Laura Puppato rispondono «la Regione non ha più alibi, faccia la sua parte» e denunciano «ritardi che hanno riguardato anche l'invio al ministero dei documenti necessari per arrivare alla decisione odierna». Accuse che Zaia respinge: «Siamo stati infatti i primi a porre dei limiti, quando ancora lo Stato non si era mosso, ponendo quelli più restrittivi al mondo per le acque potabili». Tra l'altro Rotta, rieletta parlamentare, lo scorso settembre aveva criticato la richiesta di Zaia: «Zaia non avrà alcun potere commissariale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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