MANOVRE
VENEZIA Grandi manovre tra i gruppi di opposizione in vista del rinnovo

Venerdì 24 Novembre 2017
MANOVRE
VENEZIA Grandi manovre tra i gruppi di opposizione in vista del rinnovo (lunedì e martedì il voto) dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto, tanto che adesso i papabili sono tre. L'unica poltrona disponibile è quella del consigliere segretario espressione delle minoranze, visto che gli altri quattro posti sono blindati. Verranno cioè riconfermati il presidente Roberto Ciambetti (Lega), il vice Massimo Giorgetti (Fi) e il consigliere segretario Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) per la maggioranza più il vicepresidente Bruno Pigozzo (Pd) per l'opposizione. Il quinto posto, attualmente occupato dall'ex tosiano Maurizio Conte, è quello di consigliere segretario in quota opposizione ed è appunto quello conteso. Se anche Conte ritirasse la propria «disponibilità» a proseguire il mandato, resterebbero in ballo altri due papabili: un grillino e un altro ex tosiano. E il più quotato pare essere Andrea Bassi che con Stefano Casali e Fabiano Barbisan ha formato il gruppo, collocato all'opposizione anche se Barbisan senior è stato eletto in Lista Zaia, chiamato Centro Destra Veneto. Per essere eletto, però, Bassi ha bisogno di un po' di voti dei colleghi dell'opposizione e non è detto che arrivino dal Pd dal momento che i dem nutrono dubbi sulla reale collocazione del Centro Destra Veneto.
VOTI E SALE
Da vedere, poi, se il Pd sosterrà un pentastellato: inizialmente si era fatto il nome di Jacopo Berti, capogruppo e vicepresidente della commissione Sanità, ma l'interessato alla riunione delle minoranze ha detto di non voler essere della partita, lasciando così campo libero a Simone Scarabel ed Erika Baldin. Nomi che in una parte del movimento fanno ancora discutere a causa delle polemiche legate al Tfr (Scarabel e Baldin sono stati gli unici a non rinunciare all'assegno di fine mandato, salvo poi annnunciare che lo restituiranno) o all'accordo di Berti con Plebiscito.eu. Il 28 maggio 2015, tre giorni prima delle elezioni, il candidato governatore Berti firmò infatti un protocollo di intesa con il presidente di Plebiscito.eu Gianluca Busato garantendo, in cambio dei voti, il riconoscimento della legittimità del referendum di indipendenza (quello online) del 2014 e impegnandosi a permettere di usufruire delle sale istituzionali e di rappresentanza della Regione. «Impegni che Berti non ha onorato», dice ora Busato.
Al.Va.
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Ultimo aggiornamento: 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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