LA GRANDE OPERA
VENEZIA Una serie di progetti che dovevano costare 80 milioni,

Giovedì 22 Marzo 2018
LA GRANDE OPERA
VENEZIA Una serie di progetti che dovevano costare 80 milioni, ritoccati dal Consorzio Venezia Nuova a 125 milioni. Sono gli impianti del Mose, uno degli ultimi tasselli del sistema di paratoie che tra pochi anni dovrebbe mettere all'asciutto Venezia dalle acque alte. Una pratica da chiarire per il Comitato tecnico di magistratura del Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto che ieri ha rinviato la palla al Cvn. Siamo ancora in una fase istruttoria e parliamo di una porzione di lavori. Ma il problema più generale del completamento del Mose resta quando mai aperto, con i lavori in stallo ormai a un passo dalla meta. E di ieri è anche la decisione dello stesso Comitato tecnico di finanziare un nuovo programma di ricerca sugli effetti che il Mose avrà sulla laguna, una volta entrato in funzione. Circa 10 milioni che andranno al Corila, consorzio di università e istituiti di ricerca, per i prossimi tre anni di studi.
IMPIANTI
Il punto principale all'ordine del giorno del Comitato di ieri dovevano essere gli impianti alle tre bocche di porto. Impianti elettrici a completamento delle quattro barriere di paratoie, che inizialmente erano stati spacchettati in quattro diverso contratti. Ora il nuovo progetto presentato dal Cvn li riunisce, con un costo però che sale da 80 a 125 milioni. Una procedura e un prezzo che non hanno convinto il Comitato che ha preferito rinviare il progetto per un ulteriore approfondimento. Solo un chiarimento tecnico per il Cvn, che minimizza lo stop. Comunque un mancato via libera che allungherà i tempi. E anche un altro segnale dei rapporti non facili tra il Cvn dei commissari e il Provveditorato, che ha ripreso un ruolo di controllo.
Stoppato, ieri, anche un altro progetto del Cvn per la manutenzione straordinaria di una delle 21 paratoie del Lido, le prime ad essere state montate. Una sperimentazione per capire meglio i futuri costi di gestione. Anche questo, a detta del Comitato, da approfondire e quindi rinviato.
NUOVE RICERCHE
Via libera, invece, al nuovo programma di ricerche sugli effetti del Mose sulla laguna. Un impegno da 9 milioni e mezzo di euro, approvato dal Comitato, per un vasto programma di ricerche che il Corila ha chiamato Venezia 2021. L'idea infatti è quella di accompagnare la fase di esercizio provvisoria del Mose nei prossimi tre anni.
Una novità, dopo anni in cui il Corila era stato criticato, non solo dal mondo ambientalista. Di recente lo stesso provveditore Roberto Linetti, in commissionale comunale, aveva definito una «scatola vuota» il piano morfologico della laguna predisposto dal Corila e annunciato una «revisione dei rapporti» con questo consorzio di ricerca. Il programma di ieri è un primo risultato. «Il Corila ora lavorerà su una serie di ricerche finalizzate alla futura gestione del Mose - conferma Linetti - Non si possono più finanziare studi fini a se stessi. Questa è la vera svolta».
Soddisfatto anche il presidente del Corila, il professor Antonio Marcomini: «Il Corila riprende una attività di ricerca di respiro sulla laguna finanziata dal Provveditorato. Si volta pagina rispetto al passato, quando la ricerca era stata messa all'angolo e gestita dal concessionario. É importante che il Provveditorato abbia assunto questo ruolo di regia per integrare ricerca, monitoraggio e diffusione dei dati». Cinque i grandi temi al centro del programma di ricerca: dagli scambi tra mare e bacino scolante, ai sedimenti, dall'habitat lagunare, alle connessioni ecologiche, fino al nodo dei cambiamenti climatici.
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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