L'INFEZIONE
ROVIGO La Febbre del Nilo aleggia su tutto il Veneto. Il Polesine

Mercoledì 25 Luglio 2018
L'INFEZIONE ROVIGO La Febbre del Nilo aleggia su tutto il Veneto. Il Polesine
L'INFEZIONE
ROVIGO La Febbre del Nilo aleggia su tutto il Veneto. Il Polesine è, come ormai da tempo, la zona più colpita e ieri è stata confermata la positività al West Nile virus di un 70enne di Gaiba, ricoverato all'ospedale di Rovigo in gravissime condizioni. Il quinto caso da fine giugno. Sempre in questi giorni si trova ricoverato nello stesso reparto di malattie infettive di Rovigo un altro paziente, della provincia di Venezia, ma gravitante in Polesine essendo di Cavarzere. La scorsa settimana era stata riscontrata la positività al virus di altri due pazienti, uno di Canaro e uno di Occhiobello, mentre a fine giugno era stata la volta di un 59enne di Polesella. Se i cinque casi di infezione umana si sono tutti registrati nella fascia fra Adige e Po, la circolazione del virus è attestata in tutto il Veneto. Questo almeno risulta dai test eseguiti, nell'ambito del piano di sorveglianza regionale, sulle zanzare catturate nelle 55 trappole entomologiche diffuse sul territorio regionale, con l'esclusione della provincia di Belluno. E, in tutte le province interessate dal monitoraggio sono stati trovati riscontri della presenza del virus.
LE ZONE
Gruppi di zanzare infette sono state catturate anche nelle province di Padova, in particolare a Santa Giustina in Colle e ad Albignasego, in quella di Venezia, a Jesolo, Caorle e Venezia città, così come anche in quelle di Verona, Vicenza e Treviso. A Rovigo, gruppi di zanzare infette sono state trovate a Ficarolo, Ceneselli, Badia Polesine e Porto Viro, mentre sono in attesa delle conferme dei laboratori le positività delle zanzare catturate a Villanova del Ghebbo, oltre a due ulteriori gruppi a Ficarolo e Ceneselli. Positivi al primo test ed in attesa delle conferme dei laboratori del Centro studi malattie esotiche (Cesme), anche quattro cavalli controllati in Polesine. L'unica positività certificata sugli equidi, per il momento, riguarda solo un cavallo in una stalla veronese.
I SINTOMI
Il vettore di trasmissione del virus sono, appunto, le zanzare e l'unica difesa dal West Nile è cercare di non essere punti. La maggior parte delle persone infettate con il West Nile, tuttavia, non sviluppa segni clinici. Nelle aree endemiche la sintomatologia si evidenzia, nel 20% circa dei soggetti colpiti, con una sindrome simil-influenzale caratterizzata da un periodo di incubazione di circa 2-14 giorni, con febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari ed articolari, nausea. Meno dell'1% dei casi presenta grave sintomatologia neurologica classificabile in tre sindromi principali: meningite, encefalite, poliomielite. In questi casi il West Nile può anche avere conseguenze letali. In Polesine sono state tre le morti la cui causa principale è stata individuata proprio in questo virus: quella nel 2015 di Sante Secchiero, ex mobiliere di Lendinara, spentosi a dicembre all'ospedale di Trecenta all'età di 80 anni, dopo essere stato ricoverato per circa tre mesi e, nel 2009, quella a giugno dell'ottantenne di Ficarolo Zilda Zerbini, ed a settembre quella di Arduino Verzola, un ex agricoltore ottantaduenne di San Bellino. Attualmente, sottolinea il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità, le regioni con aree endemiche sono Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna. E l'unica difesa sembra essere la guerra alle zanzare. Che in una terra di canali come il Polesine appare una battaglia quasi persa in partenza.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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