Soffoca la madre malata e si uccide

Giovedì 30 Giugno 2016
Soffoca la madre malata e si uccide
Ha ucciso l'anziana madre soffocandola con un cuscino mentre era distesa sul suo letto, poi si è tolto la vita chiudendosi la testa dentro a un sacchetto di plastica pesante, stringendolo saldamente intorno al collo e perdendo conoscenza. In un biglietto, scritto con calligrafia malferma, la spiegazione del gesto estremo, compiuto sotto l'effetto di una robusta dose di tranquillanti.
L'omicidio-suicidio, si è consumato ieri mattina, presumibilmente prima delle 10, all'interno di una villetta nella zona residenziale di Santa Maria Maddalena, la frazione più popolosa di Occhiobello, comune affacciato sul Po. Le vittime sono l'88enne Leda Bianchi e il figlio Paolo Chiarioni, 65 anni, rispettivamente madre e fratello maggiore del sindaco Daniele Chiarioni, che indossa la fascia di primo cittadino a partire dal 1981, con due sole pause, dal '93 al '95 e dal 2004 al 2009 quando è stato assessore in Provincia. Una vera e propria istituzione, insomma. È lui stesso a presidiare il cancello della porzione della bifamiliare dove vivevano la madre e il fratello e dove si è consumata la tragedia. Dietro, il nastro bianco e rosso dei carabinieri, al lavoro all'interno per raccogliere tracce ed elementi. Il sindaco descrive i contorni della vicenda: «I corpi senza vita li ha trovati Sergia, la compagna di mio fratello, poco dopo le due. Si dovevano vedere dopo pranzo e ha chiamato verso mezzogiorno, ma Paolo non ha risposto. Quando è arrivata a casa è entrata con le sue chiavi e ha poi visto i due cadaveri». Ognuno nella rispettiva camera. La donna, che non viveva a casa del compagno insieme al quale stava da una decina di anni, è corsa fuori urlando e cercando aiuto. Ha tentato di chiamare Daniele, ma ha sbagliato numero. Momenti concitati. Poi, la telefonata al 113.
I carabinieri, si sono presentati in forze davanti alla villetta con ben cinque macchine. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Sabrina Duò che, nonostante tutto appaia delinearsi con estrema chiarezza, ha comunque disposto l'autopsia sulle due salme e una perizia calligrafica sul biglietto, per verificare se la mano che ha vergato quelle parole disperate fosse davvero quella del 65enne. L'uomo accudiva da anni l'anziana madre, con la quale aveva sempre vissuto, nonché gestito l'edicola principale del paese, in via Eridania, fino a quando non era andato in pensione, cinque anni fa.
La mamma, una personalità forte, soffriva di problemi di deambulazione, aggravati dall'insorgere di uno sfogo erpetico, il cosiddetto fuoco di Sant'Antonio. Non per questo, però, voleva rinunciare a muoversi e questo era motivo di discussioni fra i due, con il figlio che premurosamente si preoccupava per lei. La donna, vedova dal '70, era molto autoritaria, ma negli ultimi tempi soffriva anche di una profonda depressione. Che, recentemente, sembra aver colpito anche il figlio che viveva insieme lei.
Il 65enne aveva sempre rifiutato aiuti «esterni», volendosi personalmente far si carico della cura della mamma, ma probabilmente il compito si era rivelato troppo gravoso ed aveva influito sulla sua stabilità. Nel biglietto, posto sotto sequestro, viene offerta una sorta di spiegazione del tracollo e delle difficoltà. «Sono sconvolto, mai avrei pensato che potesse avvenire una simile tragedia», ripete il sindaco Chiarioni scuotendo la testa affranto.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci