Promosse le banche italiane

Sabato 30 Luglio 2016
Le pagelle europee premiano quasi tutte le banche italiane (tranne Mps) che superano gli stress test, il quinto esame dal 2010. Sono prove per misurare la resistenza degli istituti di fronte a improvvisi cataclismi, come il calo del pil, dei prezzi delle case, la mancanza di liquidità che potrebbero mettere in difficoltà la tenuta dei conti. Complessivamente le nostre banche accusano un assorbimento di capitale nello scenario avverso inferiore a quello degli istituti del vecchio Continente che, come ha rimarcato Bce, hanno dimostrato maggiore capacità di assorbire gli choc: le 37 vigilate direttamente accusano in media un consumo di capitale di 3,9 punti.
Ieri sera l'Autorità bancaria di Londra ha diffuso i risultati degli esercizi di base e di quelli avversi su cui si sono cimentate da febbraio 51 grandi banche europee, delle quali le cinque maggiori italiane «registrano una buona tenuta nonostante la severità dell'esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni» sottolinea una nota di Bankitalia. Il test più significativo è quello che emerge dalle simulazioni avverse nel triennio 2016-2018 sulla base dei bilanci statici 2015. I risultati «riflettono il volume consistente di aumenti di capitale e le misure aggiuntive di risanamento di bilancio decisi dalle banche negli ultimi due anni» commenta Danièle Nouy, presidente del Supervisory board.
Le aspettative sono state tutte confermate: Intesa Sanpaolo con un indice Cet1 del 10,2% nel 2018 si classifica tra le migliori in Europa (12,8% nello scenario base) con un assorbimento di 50 punti base, seguita dal Banco Popolare con il 9% (14,61% in quello base). Le proiezioni Eba sono tanto più significative perché «non includono l'aumento di capitale che il Banco Popolare ha completato nel mese di giugno 2016 e che si è tradotto in un ulteriore rafforzamento», sottolinea una nota del Banco.
Al terzo posto Ubi con 8,85% (13,01% nello scenario di base). Segue Unicredit con il 7,1% (11,47 in quello base). Piazza Gae Aluenti concorderà con Bce «le azioni manageriali credibili che possano compensare parte dell'impatto dello scenario avverso». Prende quota quindi un nuovo aumento dell'ordine 6-8 miliardi. All'ultimo posto Mps con il 2,44% mentre nello scenario base l'indice si mantiene al 12,24%. Purtroppo Siena è anche l'unico istituto europeo del campione esaminato ad aver totalizzato un livello inferiore alla soglia di emergenza del 5,5%, sotto la quale scattano da subito i piani di salvataggio. Come quello varato ieri sera dal consiglio di Rocca Salimbeni.
Gli stress test in forma “semplificata” da parte solo di Bce, hanno riguardato altri 15 istituti italiani, tra questi Mediobanca che, pur non essendo obbligata, ha diffuso la sua performance: nello scenario peggiore il Cet1 scende all'11,46%, un livello molto più alto dell'8,45% fissato dagli strep. «I risultati dimostrano la solidità del sistema», è il commento del Tesoro.
I risultati di molte banche estere sono peggiori di quelli delle italiane. L'indice Cet1 di Commerzbank sempre nell'esercizio peggiore cala al 7,5% mentre Deutsche bank, l'istituto tedesco più nel mirino in Europa per la fragilità dei suoi conti, registra un Cet1 del 12,1% nello scenario di base ma del 7,8% in quello avverso (da un punto di partenza dell'11,1% nel 2016).
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