Musulmani in chiesa Il Veneto risponde sì all'appello di pace

Domenica 31 Luglio 2016
Musulmani in chiesa Il Veneto risponde sì all'appello di pace
Gli imam e i fedeli musulmani sono i benvenuti nelle chiese italiane. Nel giorno in cui il Papa da Cracovia si rivolge direttamente a Dio per fare tornare i fondamentalisti sulla «via della pace e del bene» con una preghiera lasciata nella chiesa di San Francesco - «Tocca i cuori dei terroristi» - il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, accoglie con grande favore l'iniziativa annunciata dal mondo islamico per lanciare un messaggio di unione con la comunità cristiana. La loro partecipazione alla messe del fine settimana rappresenta un segnale forte da parte di quell'Islam moderato che vuole arginare e isolare i fanatici integralisti.
Ieri pomeriggio c'è stato un primo approccio anche in Veneto. L'imam di Vicenza, Yahya Abd al-Ahad Zanolo, portavoce della Coreis in regione, ha preso parte alla messa celebrata a Breganze dal vicario generale Lorenzo Zaupa, nella casa delle suore Orsoline: «In questo momento drammatico, ed in continuità con l'insegnamento dell'Islam - ha detto l'imam Zanolo, 36 anni, di nazionalità italiana - vogliamo portare il saluto dei musulmani d'Italia come un segno concreto di profondo rispetto della sacralità dei riti, dei luoghi di culto e delle funzioni sacerdotali del cristianesimo, che sono state bestemmiate durante l'attentato di Rouen».
Oggi il rappresentate spirituale della comunità islamica porterà lo stesso messaggio di pace alla messa celebrata nel Tempio di San Lorenzo a Vicenza, mentre a Legnago, nel veronese, nella parrocchia di Sant'Antonio, ci sarà l'altro incontro tra islamici e cristiani in Veneto: l'imam Mansur Abd al-Hayy Baudo sarà ospite della messa concelebrata dal vescovo di Verona, Giuseppe Zenti.
Queste aperture un tempo impensabili vengono salutate con grande soddisfazione dalla Chiesa: «Siamo molto grati per questa risposta pronta, tempestiva e chiara - ha sottolineato il cardinale Bagnasco - Spero che facciano sentire la loro voce in modo unitario al di là delle differenze presenti nella loro realtà. Se continuano su questa strada si potrà creare un vero isolamento attorno a questi fanatici omicidi». Bagnasco invita poi a non considerare i tremendi fatti che si stanno susseguendo in Europa come tante piccole battaglie di una più grande guerra di religione: «Non è una guerra di religione, perché l'Islam ha dimensione moderata: esistono poi frange omicide che devono essere condannate dallo stesso mondo musulmano, perché quello che l'Occidente può fare è meno efficace. Non può essere accolta la strategia di chi vuole fare il salto di qualità per indurre il mondo a pensare invece ci sia una guerra di religione».
L'Islam, insomma, deve farsi sentire. L'appello viene subito accolto da Tanji Bouchaib, presidente della Federazione islamica del Veneto, che raggruppa più di 60 associazioni: «Per questa domenica (oggi ndr) non siamo riusciti a organizzarci. Ma sto inviando una lettera ai nostri rappresentanti in tutte le città venete perché prendano contatto con i parroci delle loro zone e chiedano di poter partecipare alla messa di domenica prossima e gli invitino alla nostra preghiera del venerdì. Ognuno alla propria maniera, ma preghiamo tutti lo stesso Dio. Questi sono gesti importanti perché la gente fa fatica a credere alle nostre parole di condanna, c'è diffidenza. Servono quindi gesti concreti». Concreto è anche un altro piccolo gesto: oggi a Treviso, nella parrocchia periferica di Monigo, una piccola comunità locale di musulmani è stata invitata autonomamente dai parrocchiani alla messa delle nove. Invito ovviamente accettato.
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