La solidarietà tra terremotati stavolta assume le sembianze di una grande dimora

Martedì 30 Agosto 2016
La solidarietà tra terremotati stavolta assume le sembianze di una grande dimora di plastica e legno, più che simbolica. Servirà per l'ultimo saluto, per l'orazione funebre, per l'abbraccio tenero e straziante ai morti di Accomuli, Grisciano, Amatrice, Arquata. Costruire, innalzare, edificare. Ecco il gesto sgorgato dal cuore ai terremotati dell'Emilia e inviato alla gente di Amatrice visto che in zona non sono rimaste chiese, né strutture agibili o in grado di ospitare le esequie che celebrerà oggi pomeriggio il vescovo di Rieti monsignor Pompili.
Fino all'anno scorso questa maxi tensostruttura proveniente dalla diocesi di Carpi è stata utilizzata dalla parrocchia di Rolo – in provincia di Reggio Emilia – e successivamente dalla parrocchia di Rovereto, una piccola frazione dove il parroco morì sotto i calcinacci. Era la “chiesa” provvisoria delle messe domenicali, dei battesimi, dei matrimoni, non solo dei funerali. La vita continua. Poi fortunatamente la tensostruttura è divenuta inutile, superflua. La ricostruzione emiliana finora ha permesso di rimettere in sesto 12 chiese su 50, tante erano quelle colpite dal sisma del 2012, tra cui gli edifici di Rolo e Rovereto. Così la maxi tenda bianca, così come le assi di parquet, i tubi, le giunture di acciaio, i cavi, è stata riposta in un magazzino. Ora quella chiesa da campo verrà usata dalla gente di Amatrice. Sabato alle prime luci dell'alba un grande camion ha imboccato l'A1 per raggiungere nel primo pomeriggio la provincia di Rieti. Un autista e cinque muscolosi volontari, armati di guanti e tuta, tra cui una suora super efficiente, madre Eleonora, che ha coordinato i lavori del montaggio. La complessa operazione naturalmente ha richiesto rinforzi e a loro si sono aggiunti cinque uomini della Protezione Civile. Il giorno successivo tutto era pronto.
Al campo sportivo di Amatrice la struttura è visibile da lontano. Accanto, a qualche metro di distanza, ne è stata montata una seconda, stavolta più piccola, che funzionerà da cappellina (oggi da sacrestia).
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