I funerali dei morti del terremoto di Amatrice - la conta delle vittime ha toccato

Martedì 30 Agosto 2016
I funerali dei morti del terremoto di Amatrice - la conta delle vittime ha toccato ieri quota 292 - si svolgeranno ad Amatrice. Sembra scontato ma ieri non era così, volevano prendere oltre un migliaio di sfollati che hanno perso genitori, figli, fratelli, sorelle, coniugi, e obbligarli a due ore di pullman per andare a Rieti, dove era stato fissato il funerale per le 18. La decisione è stata cambiata solo quando il sindaco della cittadina Sergio Pirozzi, mentre i familiari delle vittime urlavano indignati, ha telefonato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Decine di cittadini che hanno assediato la sede provvisoria del Comune hanno gridato: «È una vergogna, ci costringono a fare due ore di pullman, ma noi vogliamo piangere i nostri cari qui, ad Amatrice». Pirozzi prima si è sentito con Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha mediato, poi ha chiamato Renzi. Pirozzi: «Matteo, qui state facendo un gravissimo errore, non vi rendete conto quanto la gente di Amatrice stia soffrendo e sia esasperata per questa decisione». Renzi: «Sindaco, a posto così, si fa come dicono i cittadini di Amatrice». Epilogo: la prefettura di Rieti, che per ragioni di viabilità (le strade verso Amatrice sono in parte impraticabili), di sicurezza (le scosse sismiche sono proseguite anche ieri) e meteorologiche (per oggi si temono temporali) aveva spostato i funerali nel capoluogo, è costretta dal tardo pomeriggio a rivedere l'organizzazione. Non sarà semplice: si prevede di spostare una ottantina di cadaveri, portati a Rieti, di nuovo ad Amatrice; si deve montare un tendone, già usato in occasioni di altri sismi, i lavori sono iniziati nella notte; e si devono assicurare gli spostamenti delle autorità, visto che parteciperanno anche Renzi e Mattarella. Però c'è un tweet del premier che mette la parola fine alle polemiche: «I funerali delle vittime del terremoto si terranno ad Amatrice come chiedono il sindaco e la comunità locale. E come è giusto!». Renzi aggiungerà poi al Tg1 alcuni obiettivi del governo nella gestione della ricostruzione: «Sono sciacalli quelli che rubano nelle case ma lo sono forse di più quelli che rubano sugli appalti, ci sarà un controllo serrato sui fondi destinati alla ricostruzione».
Oggi però è il giorno del funerali. A celebrarli sarà alle 18, in un'area vicina al campo sportivo, il vescovo di Rieti, Domenico Pompili. Non ci saranno tutte le bare delle vittime di Amatrice, perché alcuni familiari hanno optato per funerali in forma privata e perché numerose vittime sono di Roma. Per capire meglio: subito dopo la tragedia le salme erano state radunate prima in un garage, poi in tende refrigerate vicino al campo sportivo; infine in un hangar a Rieti. Già questa scelta aveva rattristato i cittadini del paese. Questa mattina, però, una parte delle bare tornerà ad Amatrice per i funerali. Ultimo dato importante, perché altrimenti non si comprendono le ragioni dei cittadini amatriciani: il legame tra la cittadina e il capoluogo è assai evanescente, tanto che prima del fascismo Amatrice era in provincia dell'Aquila; tra Rieti e Amatrice ci sono settanta chilometri, che con ponti e strade danneggiati richiedono almeno due ore. Bene, immaginate quale sacrificio poteva rappresentare per un migliaio di sfollati salire su venti pullman e affrontare un viaggio su strade di montagna danneggiate, dopo sette notti nelle tende.
Ma ripartiamo dal primo pomeriggio di ieri, quando i cittadini di Amatrice - fino ad oggi mai un lamento, mai una protesta - si ribellano. In una delle tendopoli, con un impianto audio che si sente pure male, viene annunciato che i funerali si svolgeranno sì alle 18 di mercoledì come previsto, ma a Rieti, per ragioni di sicurezza, perché lo sciame sismico prosegue. Passano pochi minuti, si sparge la voce, e a decine - anziani, ragazzi, donne - si mettono in marcia verso la sede provvisoria del Comune. Urlano, imprecano, maledicono. I carabinieri e i poliziotti tentano di fermarli, con gentilezza. Gridano: «I funerali si devono svolgere ad Amatrice, non c'è rispetto per la nostra sofferenza». Ma ci saranno i temporali... «Con quello che abbiamo passato, non ci spaventa la pioggia». Esce Pirozzi, spiega che lui la pensa come loro. Poco dopo la telefonata con Renzi e l'annuncio che placa gli animi: funerali ad Amatrice.
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