Hollande duro con gli inglesi a Calais: «Londra faccia la sua parte»

Martedì 27 Settembre 2016
PARIGI - Sincero slancio politico o cinica manovra elettorale? A pochi mesi dalla fine del suo mandato all'Eliseo, Francois Hollande, è andato per la prima volta a Calais, epicentro delle tensioni per la presenza del più grande campo profughi dell'Unione europea, oltre diecimila migranti accampati in condizioni disperate nella speranza di raggiungere la Gran Bretagna. Una situazione ritenuta indegna per la cosiddetta "patria dei diritti umani". La settimana scorsa, le ruspe hanno avviato i lavori per la costruzione del 'Great Wall', il grande muro finanziato dai britannici per impedire ai migranti di passare in Inghilterra. E per la prima volta Hollande ha sferrato un duro attacco contro il premier di Londra, Theresa May. «Voglio esprimere la mia determinazione a vedere le autorità britanniche fare la loro parte nello sforzo umanitario che la Francia compie qui e continuerà a compiere domani». «Non è perché la Gran Bretagna ha preso una decisione sovrana - ha puntualizzato con riferimento a Brexit e agli accordi del Touquet firmati nel 2003 che situano la frontiera britannica in Francia - che ora non ha più obblighi rispetto alla Francia».
A Calais il socialista non è andato personalmente nella 'Giungla' ma ha promesso, dal centro-città, che la tendopoli verrà smantellata «completamente» e «definitivamente». A meno di otto mesi dal voto, con gli attacchi della destra e Marine Le Pen data per certa al ballottaggio, ha garantito che agirà con «fermezza» e «umanità» e tornerà sul posto con il governo quando il campo non ci sarà più. Ma per molti arriva troppo tardi.

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