MAROSTICA - «Inarrestabile, coraggiosa, ma mai spericolata. Una vera forza della natura». È questa la descrizione di Debora Meneghini, fatta da chi le stava più vicino.
Una ragazza sempre gentile e sorridente. Così la ricordano i suoi concittadini, abituati a incontrarla quotidianamente nel panificio in cui lavorava. Ai libri, infatti, lei aveva preferito il lavoro, e finite le superiori, aveva deciso di aiutare papà Daniele e mamma Rosita nell'attività di famiglia. E poi c'era la montagna, «ciò che più amava», dice senza esitazione il cugino Luca. «In questo momento parlarne fa male, soprattutto parlarne al passato. Ma bisogna accettare la dura realtà, anche se, ad ogni parola, mi sento un po' più triste».
«Siamo praticamente cresciuti insieme - continua il cugino - Quasi coetanei, era lei, la sorella che non ho mai avuto. Quella con cui fare a gavettoni nei pomeriggi d'estate. Quella con cui costruire castelli di sabbia durante le vacanze al mare e andare su e giù per le montagne russe al luna park. Sin da bambina le piaceva l'adrenalina, ma non era mai incosciente, solo coraggiosa. E la montagna era la sua passione. Tanto che, ne sono certo, non vi avrebbe mai rinunciato. Neanche se fosse tornata sana e salva dalla più traumatica delle esperienze».
A ricordare lo spirito e il sorriso di Debora, ci sono poi anche gli amici del Cai e della scuola di alpinismo che la giovane frequentava. Ne ricordano la preparazione e la serietà, innanzitutto. E il suo impegno nell'affrontare i corsi per realizzare il sogno di diventare istruttore di alpinismo.
Maria Elena Mancuso
© riproduzione riservata
Una ragazza sempre gentile e sorridente. Così la ricordano i suoi concittadini, abituati a incontrarla quotidianamente nel panificio in cui lavorava. Ai libri, infatti, lei aveva preferito il lavoro, e finite le superiori, aveva deciso di aiutare papà Daniele e mamma Rosita nell'attività di famiglia. E poi c'era la montagna, «ciò che più amava», dice senza esitazione il cugino Luca. «In questo momento parlarne fa male, soprattutto parlarne al passato. Ma bisogna accettare la dura realtà, anche se, ad ogni parola, mi sento un po' più triste».
«Siamo praticamente cresciuti insieme - continua il cugino - Quasi coetanei, era lei, la sorella che non ho mai avuto. Quella con cui fare a gavettoni nei pomeriggi d'estate. Quella con cui costruire castelli di sabbia durante le vacanze al mare e andare su e giù per le montagne russe al luna park. Sin da bambina le piaceva l'adrenalina, ma non era mai incosciente, solo coraggiosa. E la montagna era la sua passione. Tanto che, ne sono certo, non vi avrebbe mai rinunciato. Neanche se fosse tornata sana e salva dalla più traumatica delle esperienze».
A ricordare lo spirito e il sorriso di Debora, ci sono poi anche gli amici del Cai e della scuola di alpinismo che la giovane frequentava. Ne ricordano la preparazione e la serietà, innanzitutto. E il suo impegno nell'affrontare i corsi per realizzare il sogno di diventare istruttore di alpinismo.
Maria Elena Mancuso
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