Petrillo a novembre davanti al giudice

Sabato 25 Agosto 2018
L'INCHIESTA
TREVISO Si svolgerà il 2 novembre davanti al gip di Udine Daniele Faleschini Barnaba l'udienza preliminare nel procedimento a carico di Emanuela Petrillo, l'ex assistente sanitaria della Usl di Treviso che, secondo la Procura di Udine, tra il 2009 e il 2016 avrebbe omesso di effettuare migliaia di vaccinazioni - soprattutto a bambini - nei centri vaccinali di Codroipo, San Daniele, Udine e poi in quelli trevigiani di Spresiano, Quinto, San Biagio di Callalta e del capoluogo della Marca e nei confronti della quale il pubblico ministero friulano Claudia Danelon ha chiesto il rinvio a giudizio per i reati di peculato, rifiuto e omissione di atti d'ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale.
La vicenda è quella che vede come protagonista la 32enne assistente sanitaria trevigiana che fino al 2016 era stata in servizio presso le aziende sanitarie di Codroipo, San Daniele e Udine e successivamente era stata trasferita alla Usl 2 di Treviso e che per anni avrebbe solo finto di effettuare le iniezioni di profilassi per malattie infettive, in particolare il morbillo, tanto che a un esame disposto dall'azienda sanitaria trevigiana ed effettuato dall'Istituto superiore di Sanità sarebbe emerso che l'80% dei pazienti vaccinati dalla donna non avrebbero risposto alla immunizzazione. Risultati simili a quelli ottenuti dai test effettuati relativamente ai pazienti friulani sottoposti alla profilassi direttamente dalla Petrillo ed esiti confermati poi nel corso dell'incidente probatorio chiesto dalla Procura friulana.
Le accuse sono sempre state però contestate dai legali della Petrillo, gli avvocati Paolo Salandin e Chiara Pianon, secondo cui le ipotesi di reati del magistrato udinese si baserebbero su un criterio statistico non pienamente attendibile. «Non si fa giustizia con la statistica e con il calcolo della probabilità» ha ripetuto più volte l'avvocato Salandin. Ma le accuse rivolte dal sostituto procuratore Danelon all'assistente sanitaria trevigiana sono dettagliate e estremamente circostanziate.
Nella sua richiesta di rinvio a giudizio il pubblico ministero scrive che la 32enne dopo aver solo simulato l'iniezione ai pazienti con l'introduzione dell'ago soltanto per qualche millimetro nel corpo dei pazienti oppure semplicemente accostandolo, dunque senza procedere alla somministrazione, gettava nel contenitore dei rifiuti speciali le siringhe con dentro ancora con le dosi di vaccino. Un tecnica che la donna avrebbe utilizzato per sette anni, dal 2009 al 2016, sia nei centri vaccinali udinesi che in quelli trevigiani. A Codroipo e San Daniele, sostiene la Danelon, era la stessa Petrillo a compilare false schede relative alle vaccinazioni potendo entrare direttamente nel sistema informatico attraverso il suo codice utente, mentre nei centri trevigiani si sarebbe limitata a riferire al personale incaricato di inserire le informazioni nel database del servizio sanitario di aver effettuato regolarmente le iniezioni. A Codroipo e San Daniele era poi la 32enne a compilare peraltro i libretti sanitari dei pazienti.
159 i campioni di sangue riconducibili a pazienti della Petrillo in cui i test hanno evidenziato la mancata immunizzazione, di cui 129 appartenenti a pazienti di Codroipo e San Daniele e 30 invece di persone sottoposte a profilassi in provincia di Treviso. Nel corso dell'udienza preliminare è attesa la costituzione come parti civili della Aas 3 Alto Friuli Collinare-Medio Friuli, della Asul di Udine e della Usl 2 di Treviso, ovvero le tre aziende sanitarie in cui la Petrillo ha prestato il proprio servizio come assistente sanitaria addetta al servizio di vaccinazione tra il 2009 e il 2016.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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