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Mercoledì 22 Febbraio 2017
TRIESTE - «Il vero problema in Friuli Venezia Giulia, adesso che la Sinistra si spacca, non sta nella tenuta della maggioranza che regge la Giunta di Debora Serracchiani. Sta nell'oggettiva difficoltà del dopo. Debora non può andarsene a Roma così, d'un botto. Tenendo presente che in Regione vigono elezione diretta e sistema maggioritario, ossia una condizione di partenza che induce a stare insieme».
Ancora una volta è lucida l'analisi liberal di Alessandro Maran, il senatore isontino vicecapogruppo del Pd al Senato. E abbraccia una visione d'insieme che guarda all'oltre. «A livello nazionale - argomenta Maran - l'Italicum a dimensione proporzionale alla fine spingerà il Pd all'intesa con Forza Italia, ma proprio tale prospettiva può consentire una serie di contropartite. Ad esempio una desistenza di fatto dei forzisti in Friuli Venezia Giulia ponendo loro la questione di fondo: mollare la Lega Nord di Matteo Salvini». Cosa che sbarrerebbe la strada alla candidatura di Massimiliano Fedriga che di suo, proprio su questo giornale, ha tuttavia bollato per inconsistente un'eventualità di tal genere.
Lo scenario però non è affatto onirico, se è vero - com'è vero - che una parte consistente del mondo forzista regionale stia accarezzando proprio tale evenienza, sia pure con tempi, procedure e negoziati tutti da scrivere.
Ma chi deve organizzare la partita? «È ovvio, Debora Serracchiani. Chi altri?», risponde secco Maran. «Dirò di più: nella condizione attuale, considero alquanto difficile che si possa candidare al Parlamento lasciando qui le cose come stanno nel guado di un processo riformatore. Il maggioritario ti costringe a vincere prima di andare al voto, intendo dire a predisporre il campo di buon'ora. Oggi però, senza una situazione consolidata e senza un candidato unanimemente designato, come può Debora fare le valigie?».
È vero, Sergio Bolzonello è pronto nelle scuderie a correre il palio della Presidenza della Regione, tuttavia «nell'Udinese stanno emergendo anche altre possibilità». I nomi, in effetti, si profilano: Franco Iacop, Cristiano Shaurli, Furio Honsell. Magari anche il rettore dell'Università Alberto Felice De Toni. Ma su questo terreno Bolzonello è certo di arrivare primo, nei confronti sostanziati dai pesi specifici individuali sul terreno del consenso come in eventuali elezioni primarie.
In ogni caso Maran non considera affatto scontata la sconfitta elettorale in Fvg: «Dipende tutto da quale quadro riusciremo a comporre e dipende da Forza Italia che non può più esitare: scelga fra Angela Merkel e Matteo Salvini». Il parlamentare regionale non vede spettri in un'opzione - informale ma sostanziata - con i forzisti, ma un destino non improbabile.
Anche per questo, a Debora Serracchiani manda a dire semplicemente che «occorre porre le domande giuste per conseguire le risposte giuste». E così, evangelicamente, chi ha orecchie da intendere intenda.
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