Theresa May, dalla politica alle scarpe tutte le passioni della nuova premier britannica

Martedì 12 Luglio 2016 di Cristina Marconi
Theresa May, dalla politica alle scarpe tutte le passioni della nuova premier britannica

LONDRA Theresa May, nata Brasier, è figlia di un uomo di chiesa, come Angela Merkel. Qualcosa vorrà pure dire, visto che, come la sua omologa tedesca, anche la futura premier britannica è bravissima nell’arte di lasciare che siano gli altri a fare errori, restando serafica ad aspettare il momento giusto per raccogliere i frutti della sua pazienza. Frutti che ieri sono giunti generosi per una donna da sempre considerata troppo fredda e priva di carisma per arrivare al vertice della politica del Regno Unito, ma che ora è chiamata a guidare il paese verso il futuro e a dissipare la confusione che si è creata dopo il referendum del 23 giugno scorso sull’Unione europea.

IL MARITO BANCHIERE
Limitandosi a restare in disparte mentre il resto del mondo litigava, da ministro dell’Interno è riuscita a soppiantare il suo ex capo David Cameron e a lasciare che i suoi tre rivali Boris Johnson, Michael Gove e Andrea Leadsom si mettessero nel sacco da soli uno dopo l’altra, restando in sella grazie alla sua lunga esperienza di governo e di una competenza che neanche il più agguerrito dei detrattori le nega. Sessant’anni nell’ottobre prossimo, figlia unica di una famiglia della classe media, scuole statali, laurea in Geografia a Oxford, rimasta orfana a 25 anni, May è sposata da 34 con il banchiere Philip, membro di quella cerchia di ex ragazzi delle scuole private di buona famiglia che da sempre fanno il buono e il cattivo tempo della politica britannica. Li presentò Benazir Bhutto, la leader pachistana assassinata nel 2007, in una serata in discoteca a Oxford organizzata dal partito conservatore e da allora i due, stando alle testimonianze, sono inseparabili, innamorati, affiatati.
La coppia non è riuscita ad avere figli – «bisogna accettare le carte che la vita ti dà», ha spiegato la May parlando del dispiacere provato ai tempi – e il fatto che la Leadsom abbia inelegantemente messo il dito proprio in quella piaga è riuscito a dare alla May un po’ della dimensione umana che le mancava. E ha scatenato reazioni talmente indignate presso l’opinione pubblica da scuotere l’inesperta Leadsom e mostrare a tutti di che tempra inossidabile sia fatta la May. Quando Kenneth Clarke l’ha definita «una donna dannatamente difficile», Theresa May, che ha sempre fatto il possibile per incoraggiare e aiutare le donne in politica, ha colto la palla al balzo e ha risposto che il paese intero «ha bisogno di donne dannatamente difficili», dopo averne avuta una, la più difficile di tutte, per 11 anni alla guida del Paese.
Il paragone con Maggie Thatcher è sempre stata una delle ragioni per cui di Theresa leader non si è mai parlato seriamente nel partito: troppo pesante l’eredità, troppo inevitabile il confronto. Eppure, senso dell’umorismo a parte – la Thatcher ne aveva molto di più, con buona pace dei suoi critici – Theresa May è una politica di rango che potrebbe riservare molte sorprese. Dell’Unione europea non è mai stata una fan e sebbene abbia tiepidamente fatto campagna contro la Brexit, la May è nota per le sue posizioni rigide in materia di immigrazione che le hanno sempre guadagnato il rispetto della destra dei Tories, partito di cui è stata eletta presidente nel 2002 e al quale ha dato la definizione indelebile di “nasty party”, partito odioso.

ABITI SGARGIANTI
Mentre lo diceva indossava delle vezzose scarpe leopardate che sono passate alla storia, così come molte delle sue mises vistose e sgargianti, in leggero contrasto con l’espressione severa del volto. Da ministro dell’Interno ha servito più a lungo di tutti negli ultimi 50 anni e si è resa protagonista di battaglie controverse come quella per l’estradizione in Giordania del predicatore islamico Abu Qatada, portata a termine nonostante le proteste della Corte europea per i diritti umani. Di lei si dicono le tipiche cose che si dicono delle donne potenti: che ha un caratteraccio, che è impossibile lavorarci, che è incapace di fare compromessi. Il prossimo a cui toccherà scoprirlo, come ha detto lei stessa, è Jean-Claude Juncker. 
 
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