Tajani: «Salvini indichi il premier. Il Def rispetti i vincoli Ue»

Domenica 11 Marzo 2018 di Marco Conti
Tajani: «Salvini indichi il premier. Il Def rispetti i vincoli Ue»
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Presidente Tajani, ad aprile va presentato il Def. Ci si mette dentro la flat tax, il reddito di cittadinanza o se ne fa uno anodino?
«Se vogliamo essere credibili, l’Italia deve presentare un Def in grado di dare segnale di credibilità ai mercati e alla zona euro. Andare in direzione della crescita e della riduzione del debito pubblico».

Rispettando il tre per cento?
«Il 3% non è un tabù. Se ci sono investimenti, spese per infrastrutture si può anche lavorare per avere flessibilità, ma certamente non si ottiene con misure che aumentano il debito pubblico, come il reddito di cittadinanza che è un disincentivo alla crescita e all’occupazione che invece va creata, specie al Sud».

Però Salvini ha sostenuto che farebbe manovra opposta all’Europa.
«Non credo che ad aprile ci sarà un governo, ma occorre comunque andare nella direzione della riduzione della pressione fiscale, delle riforme e di misure che riducano il debito. Tutto poi si ritroverà nella manovra di bilancio di fine anno. Se a quella data ci sarà un governo delle forze che hanno vinto le elezioni, mi riferisco al centrodestra, certamente occorrerà seguire le indicazioni degli elettori anche sulla riduzione della pressione fiscale, del sostegno alle imprese e di investimenti per il Mezzogiorno».

In Europa c’è attesa?
«Tutti si aspettano la nascita di un governo stabile senza la quale non si riuscirebbe a far nulla tantomeno dare un contributo per rispondere all’offensiva commerciale americana».

Stabile e operativo, come chiedeva Juncker?
«Certamente che sia in grado di fare le riforme di cui il Paese ha assoluto bisogno».

Aspetteranno così come hanno atteso la Germania?
«Importante è che poi ci sia un governo. Perdite di tempo non credo saranno tollerate. In Germania c’è voluto tempo per mettere nero su bianco l’accordo che poi ha permesso al governo di partire. Ed è per questo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha un ruolo chiave al quale tutti guardano perché è persona di grande equilibrio ed esperienza».

In campagna elettorale l’europeismo ha pagato poco, lei da presidente del Parlamento come l’ha vissuta?
«Noi siamo nella zona euro e siamo un Paese importante dell’Unione. Prendiamo la vicenda dei minacciati dazi americani! Per noi sarebbero un duro colpo alle esportazioni. Senza l’Europa la difesa dei nostri settori industriali sarebbe molto, ma molto difficile. Dopodiché dico anche che così com’è l’Europa non va e occorre cambiarla, ma uscire dall’Europa e dall’euro sarebbe una follia e anche i britannici se ne stanno pentendo. Comunque sia di uscire dall’Europa in Italia non lo dice ormai più nessuno. Neppure Salvini».

I tempi lunghi della soluzione della crisi rischiano di tagliarci fuori dal progetto Macron di riforma dell’Europa?
«Non c’è dubbio che noi abbiamo bisogno di un governo stabile per contare. Si sta già parlando di difesa comune e dell’industria connessa. Sei credibile se hai un governo, conti a posto e un Paese forte in grado di poter dire la sua, senza chinare la testa».

Nel centrodestra Salvini non ha certo una vocazione europeista, questo sposta il baricentro dell’alleanza?
«Noi siamo una coalizione e non un partito unico e ritengo che oggi sarebbe un errore andare in quella direzione perché la somma del consenso delle forze del centrodestra non sarebbe uguale. Il programma del centrodestra è quello che è stato sottoscritto. Salvini può avere le sue idee, ma si fa quello che è nel programma sul quale abbiamo chiesto il consenso».

A chi tocca governare?
«Il governo sarà del centrodestra che è composto dalla Lega, più FI, più FdI, più Noi con l’Italia. Salvini ha sempre detto che rispetterà i patti così come noi rispettiamo che sia la Lega a proporre un candidato per palazzo Chigi proprio perché ha preso più voti. Io credo che sia giusto che governi chi ha preso più voti. Le coalizioni sono fatte così».

Governo di centrodestra, ma con chi?
«Vedremo chi darà consenso al programma di riforme del centrodestra. Anche Salvini ha mandato un segnale di confronto al Pd. Aspettiamo di vedere come evolve il dibattito interno nei partiti».

Il centrodestra deciderà insieme chi votare per le presidenze delle Camere?
«Io mi occupo del Parlamento Europeo».

Niente partito unico, ma ci sarà un futuro per FI o finirà con l’essere cannibalizzata dalla Lega?
«Non credo che il nostro elettorato possa essere cannibalizzato da chiunque. Il nostro è un elettorato diverso dalla Lega. Noi al Senato abbiamo il 15%, nel Lazio siamo il primo partito del centrodestra. Detto questo sono convinto che Berlusconi darà un futuro a questa forza che andrà avanti e non sono preoccupato di questo. Berlusconi ha sempre indicato un percorso, lo ha fatto anche stavolta indicando me, ma tornerà presto candidabile e potrà contare anche sui tanti giovani che FI ha portato in Parlamento». 

Che ne pensa della scelta della sindaca grillina Appendino di candidare Torino ad ospitare le Olimpiadi?
«Dimostra che fu un errore dire “no” a Roma perché sarebbe stata una grande opportunità per trasformare la città. Se vogliamo che il Paese esca veramente dalla crisi, ha bisogno di una grande Capitale».
 

Ultimo aggiornamento: 19:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA