Steve Bannon: «Nella Ue serve un super-gruppo dei populisti»

Lunedì 10 Settembre 2018 di Marco Ventura
Steve Bannon: «Nella Ue serve un super-gruppo dei populisti»
Matteo Salvini? «È un leader mondiale, un simbolo. Chiudendo i porti ha dimostrato che si può passare dalle parole ai fatti. Come Trump». Steve Bannon, ex stratega di Trump, circondato dai suoi in una suite dell’Hotel d’Inghilterra a Piazza di Spagna spiega che cos’è il suo “The Movement” al quale ha aderito Salvini, alla vigilia del voto in Svezia: «La nostra è una libera associazione, un club. Spingeremo per formare un gruppo unico populista al Parlamento Europeo. Ma conta di più che i leader populisti, indipendentemente dai partiti, si incontrino prima dei Vertici europei per prendere posizioni comuni». 

Qual è il progetto?
«Portare tutti i populisti sotto lo stesso tetto: dall’Europa agli Stati Uniti al Sud America, Israele, India, Pakistan, Giappone, per rappresentare la gente comune ovunque sia guardata dall’alto in basso e abbandonata dalle élites. Il primo obiettivo, la pietra miliare, è acquisire una leva alle Europee. Sul resto possono pensarla diversamente, ma su 4 princìpi i populisti sono tutti uniti: più sovranità agli Stati per non dipendere più da Bruxelles, tornare ai confini perché senza confini non c’è un Paese e la democrazia non è à la carte, limitare l’immigrazione e, quarto, sconfiggere l’Islam radicale».

Ci sarà un gruppo unico nell’Europarlamento? 
«È possibile. L’importante è esercitare un’influenza. I populisti sono già al potere in Italia, Finlandia, Danimarca, Austria, nei 4 di Visegrad. Quella di Macron e Merkel è sempre più una visione minoritaria. Il potere di Angela è quasi collassato due mesi fa. Ah, i servizi tedeschi hanno scoperto che chi faceva il saluto nazista a Chemnitz erano infiltrati di sinistra... Macron nei sondaggi è messo male com’era Hollande. Vabbè, resta l’asse franco-tedesco e il Benelux. Poi noi offriamo big data, sondaggi, expertise nelle strategie. Tutto gratis, su richiesta. Non imponiamo nulla».

Chi paga?
«Ci risiamo con l’ipocrisia dei media alla Guardian e Economist. La prima domanda è dove prendo i soldi, mai che chiedano a Soros dei milioni per le sue Ong e le imbarcazioni che hanno creato tanti problemi alle classi lavoratrici anche in Italia. Raccolgo dollari dalle persone, in Europa. Non dalla Russia».

Non la pagano i russi?
«La mia risposta è: un terzo dalla Russia, un terzo dal Mossad, un terzo dalla Cia e ci teniamo il Qatar come riserva! Da ufficiale della Marina per anni al Pentagono dovevo distruggere sottomarini sovietici. Non devono spiegarmi altri che i russi sono cattivi ragazzi. Ma decine di milioni di russi si sono sacrificati contro il nazismo. E io sono Steve Bannon, non ho bisogno di tanti soldi. Trump aveva 700 milioni di dollari, la Clinton 2.2 miliardi. E l’abbiamo distrutta».

Lei ha detto che l’Italia è il centro del mondo…
«Siete il centro politico, il laboratorio. Come Trump in America e Modi in India, contro il partito unico del Dopoguerra di Davos. In Italia due partiti guidati da due giovani con grandi idee, Salvini e Di Maio, usano le tecnologie moderne in modo dinamico e hanno rottamato i vecchi politici di nord, sud, destra e sinistra, avendo tutti contro. Nessuno sa dove va questo esperimento, però mi impressiona il coraggio politico. Per stare insieme hanno rinunciato alle proposte più glamour. Le multinazionali, la City, la finanza hanno distrutto la classe medio-bassa, che in Italia ha cominciato a ribellarsi. Un momento della Storia di cui si parlerà per cent’anni».

Ma le contraddizioni sono tante… 
«Si faranno compromessi, come mettere insieme reddito di cittadinanza e flat tax. Quel che è successo alle classi lavoratrici con l’ascesa della Cina per le élites era ineluttabile, una legge della fisica. C’è una mentalità di sinistra molto più forte nei 5Stelle e una di destra nella Lega, ma la flat tax fa in modo che i ricchi delle multinazionali paghino il dovuto, mentre l’Iva va a colpire i più piccoli. Ma la scuola economica austriaca dice che non si può fare diversamente. Ma la realtà, la pratica, è un’altra cosa. Conta il potere delle idee, magari funzionano. Ok, la sindaca di Roma è perfetta? No. Ma se mi chiedono “vuoi essere governato dalle prime 100 persone che si presentano a un comizio 5Stelle o dalle prime 100 a Davos?”, scelgo le prime. Faranno meglio di quelli di Goldman Sachs o Procter & Gamble, perché le persone comuni hanno dignità, buon senso, umanità, e sanno come funziona il mondo. Sarà un movimento stop-and-go, ma ha dimostrato ai millennial che le leggi della fisica, le istituzioni, si possono cambiare». 

Che cosa cambierà con le elezioni europee?
«La posta in gioco è la capacità delle nazioni di decidere da sole. Qualche decisione sarà presa in una federazione. Non vedo scenari di uscita della Francia o dell’Italia. La pace di Westfalia ha dato il meccanismo migliore per il progresso umano: gli Stati nazionali. Hanno portato le guerre? Le guerre ci saranno sempre. Da cattolico dico: l’uomo non è perfetto. Ma più abbassi il potere decisionale verso la gente ordinaria, e meglio è». 

Salvini è un leader europeo?
«È un leader globale. Agisce. Come Trump nel suo discorso inaugurale: per i media il messaggio era “l’America agli americani”. In realtà era “È arrivata l’ora di agire”. La gente è stanca di retori, vuole uomini d’azione. Le élites accettano il declino, i loro soldi sono al sicuro. Trump, Salvini e la Meloni dicono: può non andare così. Può non esserci concorrenza sleale nel mondo o immigrazione continua dall’Africa. Noi fermeremo il declino. Zero tentativi per essere accettati dalle élites». 

E Berlusconi? 
«Ho capito che era finita per le élites europee quando Merkel e Makron si sono rivolti a Berlusconi. Lo consideravano un clown e adesso è lui che può salvare l’Europa! Poi Bruxelles vuole imporre i tecnocrati...». 

Conte che cos’è?
«Un premier simbolico, un notaio. Grazie a lui avete un governo di unità. L’essenza del populismo è spostare il focus del governo da fare il bene delle élites a fare il bene del popolo. Alle europee la questione migratoria sarà fondamentale: se puoi respingere le navi riprendi la sovranità. Macron e Benelux formeranno un fronte progressista sulle migrazioni? Ma fino al 75% di europei vuol chiudere le frontiere. ‘Politico’ scrive che euroscettici e populisti possono ottenere 150-200 seggi. E non è ancora cominciata la campagna. A marzo, se avremo successo, si parlerà solo di frontiere e migranti. Mi esalta essere una piccola parte di tutto questo». 
Ultimo aggiornamento: 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA