Le candidature bloccate scatenano la corsa dei big

Venerdì 2 Giugno 2017 di Diodato Pirone
Le candidature bloccate scatenano la corsa dei big
 La discussione in atto sulla nuova legge elettorale dimostra ancora una volta quanto siano strumentali e spesso intellettualmente disoneste molte polemiche “politiche”. Tutti noi ricordiamo le bordate contro i parlamentari nominati con il Porcellum (poi dichiarato incostituzionale) e la polemica contro i capilista bloccati previsti, in listini brevi, dall’Italicum tutt’ora in vigore per la Camera perché (a differenza del ballottaggio) passarono l’esame della Consulta a gennaio visto che consentono all’elettore di sapere per chi vota.
Ebbene il modello tedesco prevede una buona quota di parlamentari nominati ma poiché la nuova legge è appoggiata da molti partiti si segnala un fragoroso silenzio collettivo su questo tema. Con il tedesco troveremo sulla scheda accanto al simbolo del partito un listino da 2 a 6 nomi il cui primo nominativo sarà pressocché ovunque il primo degli eletti. C’è da scommettere che i big di tutti i partiti - 5Stelle compresi - li ritroveremo in questa posizione. Proprio i pentastellati, al fine di ridurre la “nominosità” della legge, hanno proposto che nelle graduatorie degli eletti il primo posto sia assegnato ai candidati dei collegi che superano quota 50%. Peccato che casi del genere siano rarissimi: colMattarellum se ne contavano 3 o 4 in Toscana. Tutti feudi del Pd, come quello famoso del Mugello.




Quali sono gli effetti
della soglia del 5%?

Qual è la regola chiave del nuovo sistema elettorale? Non date retta a chi dice che il tedesco è proporzionale perché non è vero. È proporzionale solo la distribuzione dei seggi. Ma poiché le poltrone vengono assegnate solo ai partiti che superano il 5% dei voti a livello nazionale ne consegue che i partiti più grandi avranno un premio che può essere consistente. È vero invece che il tedesco non garantisce un vincitore, ma i sistemi maggioritari all’italiana non hanno quasi mai garantito che la coalizione vincitrice governasse per 5 anni. 

L’elettore sa per quale
candidato voterà?

Finalmente la qualità dei candidati distribuiti sul territorio tornerà ad avere importanza.
Il nuovo sistema prevede che il territorio italiano sia diviso in 303 collegi ognuno dei quali dovrebbe eleggere il candidato che otterrà più voti. In realtà in rari casi (la ripartizione dei seggi è complessa) non sarà così, ma resta il fatto che l’elettore troverà sulla scheda i simboli dei partiti ma anche i nomi del candidato di collegio e di quelli del listino collegati al partito. Tutti torneremo a sapere su quali gambe cammineranno le nostre scelte politiche.


Come vengono
suddivisi gli eletti?

Il sistema funziona così. A livello nazionale si stabiliscono i partiti che hanno superato la soglia del 5%. Poi ai partiti vengono distribuiti i seggi in ognuna delle 27 circoscrizioni. La graduatoria degli eletti partirà dal capolista del listino bloccato. Gli eletti successivi saranno i candidati che avranno vinto i collegi uninominali. Se avanzano posti si torna all’elenco del listino. Se un partito non “vince” collegi prende gli eletti solo dal listino.

Tutti i vincitori
finiranno in Parlamento?

Sì, non tutti i candidati che arriveranno primi in un collegio uninominale diventeranno deputati o senatori. Il grosso dei collegi andrà ai partiti più votati, come Pd e M5S. In alcune Regioni a questi partiti saranno assegnati meno seggi dei collegi nei quali arriveranno primi. In questo caso il collegio resterà senza deputato. Potrebbe accadere in Toscana se, ad esempio, il Pd si vedesse assegnare 10 seggi ma vincesse 11 collegi.

È prevista la possibilità
di candidarsi in più luoghi?

Sì. Ogni candidato può presentarsi in un collegio uninominale e in tre listini bloccati. Questo meccanismo era previsto anche nel Mattarellum ( la legge maggioritaria con la quale abbiamo votato dal 1994 al 2001). La pluricandidatura viene usata dai big dei partiti ad esempio per sottrarre un collegio agli avversari senza correre il rischio di non entrare in Parlamento avendo le spalle coperte dal listino bloccato.

È vero che il Pd è favorito
in molti collegi del Nord?

La battaglia elettorale del Nord sarà una delle novità più interessanti determinata da questa legge. Il proporzionale farà sì che Forza Italia e Lega si presenteranno separatamente e dunque in molti collegi il confronto sarà quadripolare spesso con un leggero vantaggio del Pd poiché in Lombardia e Veneto i 5Stelle, nei sondaggi, non sono fortissimi.

Sono possibili “trucchi”
come la desistenza?

Sul piano nazionale non si prevedono desistenze ovvero accordi fra partiti che decidono di non presentarsi in alcuni collegi per favorire l’elezione dei rispettivi candidati. Questo scambio è impedito dal fatto che chi non si presenta non prende voti nella quota proporzionale che è quella determinante per assegnare i seggi e per tentare di superare la soglia di sbarramento del 5%.

Quali le differenze
con la legge in Germania?

Le differenze fra il tedesco vero e quello in salsa italiana sono molto rilevanti. In Germania c’è la sfiducia costruttiva in Costituzione, questo significa che un partito non si può sfilare dalla maggioranza se non ha già pronto un governo alternativo. Questo elemento è decisivo per un sistema elettorale proporzionale. Poi a Berlino il numero degli eletti è variabile e cresce per evitare che alcuni collegi restino senza eletti.

Questa legge elettorale
avvantaggia le donne?

Con il tedesco ci sarà più spazio per le donne in Parlamento. la legge prevede che il 40% dei collegi uninominali siano assegnati a candidate e che il listino bloccato prevede l’alternanza di genere. Queste disposizioni comporteranno un fenomeno curioso: Forza Italia presentandosi da sola farà eleggere pochi candidati nei collegi e molti nei listini e dunque, prevedibilmente, si troverà con un gruppo parlamentare fortemente “rosa”.

È vero che votare
sarà più semplice?

La scheda del modello tedesco sarà semplicissima: a sinistra del simbolo del partito il nome del candidato del collegio uninominale a destra i nomi (da 2 a 6) dei candidati del listino bloccato. Votare sarà facile: una sola croce varrà sia per il proporzionale nazionale che per il candidato del collegio. Poiché a dicembre è stato bocciato il referendum che avrebbe riformato il Senato, gli elettori sopra i 25 anni avranno due schede: per la Camera (630 membri) e il Senato (315).

 
Ultimo aggiornamento: 00:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA