Roma, l’orrore della fidanzata: «Ero a prendere l’auto, dopo cinque minuti l’ho ritrovato massacrato»

Lunedì 4 Settembre 2017 di Rosalba Emiliozzi
Giuseppe Galvagno, l'uomo ucciso all'Eur

«L’ho lasciato vivo, sì era barcollante ma aveva il viso pulito quando l’ho lasciato nel parcheggio vicino ai buttafuori, dopo cinque minuti sono tornata con l’auto e l’ho ritrovato a terra con il volto tumefatto, era in fin di vita, non so cosa sia successo nel frattempo. Ho provato di tutto per salvarlo, di tutto». E’ quanto riferito ai carabinieri dalla fidanzata infermiera di Giuseppe Galvagno, 50 anni a dicembre, titolare di un b&b, pestato e ucciso davanti alla discoteca San Salvador di Roma.

IL SOCCORSO
La donna, infermiera professionale, 45 anni, madre di tre figli avuti da un precedente matrimonio, è stata la prima a soccorrere Giuseppe. Con il cuore in gola, le lacrime che cercava di trattenere, ha praticato il massaggio cardiaco e le manovre di prima emergenza, come è abituata a fare con il suo lavoro da anni al Policlinico di Tor Vergata Roma. Ma per il suo uomo non c’è stato nulla da fare. Ha cercato di fare il possibile, ma le ferite erano troppo gravi.

LA RICOSTRUZIONE
La donna, che conviveva da un anno e mezzo con Galvagno, ieri ha ricostruito ogni dettaglio della serata con i carabinieri che indagano sul caso. Ha passato la notte in caserma e ha riferito tutto ciò che sa e ha visto di questa tragica serata. «Eravamo andati in discoteca per passare una serata diversa» ha raccontato la donna agli investigatori. Il compagno beve un po’, a metà serata è già alticcio e nel barcollare urta una donna, il marito della donna si altera, non gradisce che quell’uomo ubriaco si “appiccichi” a sua moglie. Invece di chiedere scusa, Galvagno dice una parola di troppo e nasce una discussione, c’è tensione nel locale, tanto che interviene il servizio di sicurezza e accompagna fuori Galvagno. Tutto sarebbe avvenuto sotto gli occhi della compagna che avrebbe confermato questa ricostruzione. «Io e Giuseppe siamo usciti insieme dal locale - ha raccontato la donna - avevamo accanto la security che ci diceva di uscire e così abbiamo fatto».

La donna, nonostante la brutta figura di lasciare la discoteca in quel modo, tira quasi un sospiro di sollievo quando i buttafuori prendono Giuseppe in «maniera energica» e lo invitano ad andarsene. «La security ci ha accompagnato fuori - ha ripetuto - Giuseppe non aveva lesioni, nessuno l’ha pestato all’interno, l’ho lasciato fuori dal locale che stava bene, era solo un po’ barcollante, sono andata a prendere l’auto, sono tornata poco dopo e l’ho ritrovato qualche metro più in là di dove l’avevo lasciato, aveva il volto completamente tumefatto, era in fin di vita».

Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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