Pensioni, ecco quanto costa l’uscita anticipata​

Martedì 28 Marzo 2017 di Andrea Bassi
Pensioni, ecco quanto costa l’uscita anticipata
Gratis per chi svolge lavori faticosi
I costi dell’anticipo pensionistico sono totalmente a carico dello Stato nel caso della cosiddetta «Ape sociale», alla quale possono accedere i disoccupati senza ammortizzatori sociali con almeno 30 anni di contributi, i lavoratori sempre con 30 anni di contributi con invalidità superiore al 74% o che assistono familiari di primo grado invalidi. E infine i lavoratori con 36 anni di contributi che svolgono lavori particolarmente pesanti come i conduttori di gru o i conciatori di pelli.

La penalità media sarà del 4,7% per anno
L’incidenza media della rata del prestito sulla futura pensione, secondo le simulazioni del governo, sarà tra il 4,6% e il 4,7%. Dipenderà anche dall’entità del prestito richiesto. Se, per esempio, ci si limita a farsi dare dalle banche un assegno mensile pari all’85% della futura pensione, l’incidenza netta sulla rata scenderà al 2,7% all’anno. L’esempio riportato nelle simulazioni del governo indica per una pensione netta di 1.010 euro al mese, con un’Ape di 505 euro al mese per tre anni, una futura pensione netta di 914 euro.

Vantaggi ridotti a chi è lontano dall’uscita
L’Ape, nella sua versione “volontaria”, permette di uscire dal lavoro a 63 anni, quindi con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi. Secondo le simulazioni del governo, il costo medio per anno di anticipo varia tra il 4,6% e il 4,7%. Questo significa che, una volta raggiunti i 66 anni e 7 mesi di età, per ogni 1.000 euro di pensione si avrebbe una penalizzazione di 170 euro al mese circa (il 17%) per la restituzione della rata del prestito ricevuto dalle banche durante i precedenti 3 anni e 7 mesi. Va anche considerato che la pensione di partenza sarà più bassa perché, durante quello stesso periodo, non sono stati versati contributi.

Ecco chi può chiedere di lasciare prima
L’anticipo pensionistico “volontario” può essere richiesto da ogni lavoratore pubblico o privato che abbia versato almeno 20 anni di contributi e abbia raggiunto i 63 anni di età. L’uscita anticipata avviene mediate la concessione di un prestito da parte delle banche che sarà erogato mensilmente dall’Inps e che potrà essere pari, al massimo, al 95% dell’assegno pensionistico maturato. Il prestito andrà poi restituito in rate mensili per i successivi 20 anni sulla pensione, a cominciare dal momento in cui quest’ultima sarà percepita. Chi accede all’anticipo pensionistico può decidere di estinguere anticipatamente il debito senza oneri o spese aggiuntive. Non viene ricalcolata né la pensione e neppure la reversibilità per gli eredi. In caso di premorienza il debito residuo viene estinto da un’assicurazione grazie a una polizza.

La previdenza integrativa per bypassare le banche
Chi ha aderito alla previdenza integrativa invece dell’Ape, potrà utilizzare un altro strumento chiamato «Rita», rendita integrativa temporanea. Tutto o una parte del capitale accumulato potrà essere utilizzato per ottenere una rendita mensile per gli anni che mancano alla pensione di vecchiaia fino sempre ad un massimo di anticipo di 3 anni e 7 mesi. Se per esempio nel fondo pensione si hanno 27.539 euro, ha stimato il governo, questi soldi possono essere usati per avere un assegno mensile di 650 euro per tre anni, o di 975 euro per 2 anni oppure, ancora, di 1.950 euro per un anno, a seconda del tempo che manca alla pensione. A fronte di questo però, si rinuncerà ad una «pensione integrativa» di 98 euro al mese alla quale si avrebbe diritto se il fondo complementare fosse usato per ottenere la normale rendita integrativa.

Il peso di interessi e polizza assicurativa
Uno dei nodi dell’Ape volontaria riguarda il costo degli interessi sul capitale prestato dalle banche e la polizza da stipulare con le assicurazioni per il caso di premorienza. Il tasso bancario indicato dal governo inizialmente, era del 2,5%. È probabile che le banche chiedano un tasso leggermente più alto, il 2,75%, da ritoccare poi a seconda dell’andamento dei mercati. Il costo della polizza era stato invece indicato nel 29% del capitale prestato. Ma anche in questo caso il valore finale potrebbe essere leggermente più elevato. Sia su interessi che premio, lo Stato assicura una detrazione fiscale del 50%
Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 13:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci