I temi etici: perché l'Italia è in ritardo?

Giovedì 2 Marzo 2017 di Diodato Pirone
I temi etici: perché l'Italia è in ritardo?
Non c’è una legge che consenta l’eutanasia
Non esiste, nel nostro Paese una legge che autorizzi l’eutanasia, nemmeno per i malati terminali. Un ritardo (anche guardando ai sondaggi che, come quello che pubblichiamo nella pagina precedente, rivelano un’Italia più avanti rispetto al suo legislatore sull’argomento) frutto non solo dell’opposizione del mondo cattolico,ma soprattutto della debolezza complessiva del procedimento legislativo ad affrontare i temi di natura bioetica, che dividono gli schieramenti in modo trasversale.

Biotestamento ed eutanasia sono due cose diverse
La legge sul cosiddetto biotestamento non comprende in alcun modo l’eutanasia. Si tratta infatti solo della dichiarazione anticipata di volontà (La Dat, appunto) sui trattamenti sanitari ed è un documento in cui viene indicato a quali terapie ricorrere e soprattutto quali trattamenti rifiutare, in caso di situazione terminale, con relativa incapacità di comunicare espressamente il proprio volere. La discussione sulla legge va avanti in Italia dal 2008 ed è attualmente alla Camera.

La stepchild stralciata dalle unioni gay
Quando giusto un anno fa il Parlamento, dopo anni di discussione, ha dato il via libera alla legge che introduce in Italia la possibilità di regolarizzare le unioni omosessuali, la parte sulle adozioni è stata stralciata proprio per rimuovere uno dei principali ostacoli alla legge da parte delmondo cattolico (e non solo, in verità), preoccupato di un’apertura sull’utero in affitto. In quell’occasione la relatrice, Cirinnà, promise che le norme sulla stepchild adoption (ovvero l’adozione del figlio naturale del compagno) sarebbero state oggetto di un ddl a sé a stretto giro.Ma non se n’è più fatto nulla e per i centristi la discussione è chiusa. 

La riforma delle adozioni è ferma da un anno 
All’indomani del varo delle unioni gay, è stata avviata dalla commissione Giustizia della Camera una indagine conoscitiva sulle adozioni nel nostro Paese. Avrebbe dovuto fornire la base per la redazione di un ddl di riforma complessivo dell’interamateria, entro l’estate scorsa. In realtà l’indagine si è conclusa da tempo ma non è stata ancora pubblicata. Né, tantomeno, si è mai avviata la redazione di un articolato di legge. Resta infatti da sciogliere il nodo tutto politico se debba comprendere o meno anche la stepchild adoption. E nelle more, di riforma non si parla più. 

In 25 Paesi le coppie gay possono adottare
Le coppie dello stesso sesso possono adottare bambini in 25 Paesi. Tra questi, Spagna, Francia, Regno Unito, Usa, Canada, Argentina, Brasile e alcuni Stati dell’Australia. Altri Paesi, pur non consentendo l’adozione diminori da parte di coppie dello stesso sesso, riconoscono alle coppie omosessuali l’adozione dei figli naturali o adottivi del partner. Tra questi vi sono Germania, Svizzera, Estonia e Slovenia. 

Le sentenze da noi non costituiscono precedente 
Per dirla con il presidente emerito della Consulta Mirabelli, lamancanza di una biopolitica in Italia ha generato una biogiurisprudenza. A volte conservativa, altre più avventurosa: lo stesso criterio dell’interesse superiore del minore, sancito dalla Convenzione di Strasburgo, è stato applicato sia per consentire che per negare la stepchild adoption. In ogni caso, nel nostro ordinamento le sentenze dei tribunali non costituscono precedente. Solo la legge del Parlamento vale erga omnes. La legge che, in questi casi, non c’è.
Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA