Isis, basi a Roma con la regia a Berlino: una rete di appartamenti e moschee per i jihadisti

Sabato 31 Marzo 2018 di Alessia Marani e Sara Menafra
Isis, basi a Roma con la regia a Berlino: una rete di appartamenti e moschee per i jihadisti

Una rete di contatti che include zone diverse di Roma - da viale Marconi a Ostia passando per San Lorenzo - Latina, ma che avrebbe il cuore a Berlino, in quel che resta del centro islamico Fusillet 33, lo stesso da cui è passato Anis Amri ma anche Nkanga Lutumba e Soufiane Amri, due radicalizzati uno dei quali fermato a Brindisi, per imbarcarsi verso Istanbul e, dicono gli investigatori, compiere un attentato terroristico. È complessa la geografia che gli investigatori di Digos e Antiterrorismo cercano di ricostruire subito dopo la retata che due giorni fa ha portato in carcere cinque persone collegate all’attentatore di Berlino, quattro delle quali specializzate nella fabbricazione di documenti falsi per jihadisti e non. Molta attenzione in questo momento è dedicata alla valutazione di computer, cellulari e tablet tanto degli arrestati quanto dei perquisiti. 

GLI SPOSTAMENTI A ROMA
Il “sedicente” Haytem Napulsi, che inveiva a telefono sulla necessità di tagliare la testa e i genitali agli infedeli, era residente in via Silvestro Gherardi, nel quartiere Marconi. Le verifiche di queste ore sono anche per controllare se frequentasse le moschee della zona, in particolare quella della Magliana, zona che gli 007 considerano uno “covo freddo”. Nelle mani di libici e tunisini sbarcati sulle coste siciliane e poi messi su un treno diretto nella Capitale più volte, infatti, sono stati trovati “pizzini” con su scritto l’indirizzo del centro islamico con tanto di bus da prendere. La casa di Marconi è condivisa con altri stranieri, di altre etnie e altre religioni. Quale sia la sua vera identità, dalla nascita al vero cognome al periodo passato sull’isola di Malta, è uno dei tasselli da mettere a posto. Per il momento l’uomo, accusato di auto indottrinamento islamico, affiancato dall’avvocato Domenico Naccari, si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come gli altri quattro fermati.

Napulsi si vede spesso col presunto estremista islamico Mounir Khazri. Uno dei luoghi considerati sicuri, anche per sfuggire ai pedinamenti della polizia - dei quali parlano spesso anche al telefono - sono i giardinetti nel mezzo del quartiere San Lorenzo. Gli altri sono piazza Vittorio (dove verrà fermato per un controllo antidroga) e il litorale di Ostia, in estate quanto in inverno. Ma la procura di Roma sta anche cercando incroci con le zone considerate basi «storiche» del radicalismo in città e nella regione, con fermi e interrogatori non solo a sud ma anche a Viterbo, dove un “contatto” sarebbe stato fermato. Costantemente sotto osservazione è la moschea di Centocelle. Quartiere a rischio per ogni forma di criminalità, e quindi luogo ottimale dove nascondersi, è considerato quello di San Basilio, come pure Centocelle (nella moschea Al Huda venne arrestato Osman Hussain, uno degli attentatori del metrò di Londra). Due anni fa, nel marzo 2016, a Torre Maura riceve un mandato per la preparazione di un attentato in Italia, invece, Vulnet Makelara, 41 anni, macedone, già in prigione da novembre, che custodiva documenti in italiano, arabo e in caratteri latini ed era in procinto di partire per l’Iraq.

LA GERMANIA
Punti sulla mappa già nota agli investigatori, che vanno incrociati con quelli che emergono dalle indagini sulla rete collegata ad Anis Amri. Con appoggi forti a Latina, ma la testa pensante probabilmente a Berlino. Nella capitale tedesca sono andati più volte alcuni indagati di questa inchiesta. Anche Mohamed Manai, presunto ideatore del progetto sulla metro, si trova lì in questo momento (sebbene i riscontri parlino di legami di parentela). Dei continui scambi con la Germania parla Yakoubi Montasser, l’ex migliore amico di Amri, ora collaboratore di giustizia. Dicono le indagini che a Berlino per anni è stata presente una “sede distaccata” dell’Isis: qui viveva il carismatico leader Abu Walaa, al cui verbo Amri si sarebbe abbeverato, conoscendo i luogotenenti a Dortmund. Quando lui entra in azione si muovono anche altri due gruppi: Lutumba Nkanga viene arrestato il 2 gennaio 2017 a Brindisi, Soufiane Amri l’anno dopo già tornato dalla Siria. Ma a dicembre, alla frontiera col Kosovo erano stati fermati altri 3 presunti affiliati. Ieri, intanto a Cuneo è stato fermato un 19enne che inneggiava alla guerra santa su Facebook
 

Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA