Insinna e il fuori onda violento, lo sponsor vuole 2 milioni dall'ex testimonial

Mercoledì 1 Novembre 2017 di Valentina Errante
Flavio Insinna

Le proteste dei consumatori su Facebook, il calo del fatturato e il danno di immagine. A sei mesi dal fuori onda diffuso da “Striscia la notizia” in cui Flavio Insinna, testimonial dell’acqua “Brio blu Rocchetta”, insultava i concorrenti del gioco “Affari tuoi” e bestemmiava, la Cogedi international, la spa che commercializza e distribuisce il marchio, chiede i danni allo showman: due milioni e 189 mila euro, oltre alla restituzione dei 275 mila euro che Insinna percepiva ogni anno per associare il suo volto a quello dell’acqua minerale.

Gli avvocati Alfredo Morrone e Chiara Izis hanno scelto la via dell’arbitrato, più rapida rispetto alla causa civile, dopo che lo stesso Insinna, a maggio scorso, si è opposto alla rescissione immediata del contratto. La società ha già nominato un proprio arbitro e adesso toccherà allo showman indicare un nome. La controversia dovrebbe risolversi in questo modo per evitare di finire in un’aula di Tribunale.

I fatti risalgono al 24 maggio scorso, quando una serie di puntate di “Striscia la Notizia” svelano un fuori onda in cui Insinna, con toni violenti, insulta una concorrente e bestemmia. In un fuori onda ipotizza di esercitare anche violenza fisica nei confronti di una partecipante al quiz. Non solo. Nelle puntate successive viene intervistato un figurante che ha preso parte alla trasmissione: racconta un volto sconosciuto dello showman. Parla di umiliazioni ai collaboratori, insulti, offese rivolte al pubblico presente in sala. Frasi razziste: «Come pubblico mi fate schifo, domani vi caccio, vado a Lampedusa piglio i negri e gli do 5 euro per uno così risparmiamo pure».

VIOLAZIONE DEL CONTRATTO
Tra le contestazioni mosse dai legali della società c’è in primo luogo la violazione del contratto, firmato da Insinna nell’aprile 2016 e rinnovato per un anno, con un compenso di 275mila euro, oltre ai 56mila euro destinati all’agenzia dello showman. L’immagine proposta in Tv, con comportamenti contrari alla pubblica morale, avrebbe compromesso anche il messaggio pubblicitario del prodotto. Gli episodi riportati da “Striscia la notizia”, tra l’altro, sono precedenti alla firma del contratto. Circostanza della quale la società non era a conoscenza. Proprio per questo motivo Insinna avrebbe violato gli obblighi di buona fede e correttezza: era stato scelto per le sue qualità morali e per l’immagine di serietà e gentilezza che aveva offerto al pubblico. 

LE PROTESTE DEI CONSUMATORI
Dal giorno della messa in onda della puntata di “Striscia la notizia” la società ha ricevuto proteste da parte dei consumatori, pubblicate soprattutto sui social: «Fin quando non toglierete la pubblicità di quel tipo arrogante, maleducato, irrispettoso, non comprerò più niente con il vostro marchio». Oppure: «Anche io non comprerò più Brio blu, finché ci sarà una persona sgradevolmente falsa come Insinna a rappresentare l’azienda». Decine di messaggi di questo tenore scritti pubblicamente su Facebook che, per l’azienda, sono una dimostrazione concreta del danno di immagine subito. Per questo, a pochi giorni di distanza dalla messa in onda del programma, la Cogedi inviava una raccomandata ai legali di Insinna, contestando l’inadempimento del contratto e l’immediata risoluzione, mentre lo showman replicava pretendendone invece l’esecuzione. 

IL DANNO ECONOMICO
Nella domanda di arbitrato viene considerato il danno causato dall’interruzione della diffusione delle pagine pubblicitarie e della messa in onda di tutti gli spot televisivi e radiofonici, in cui il prodotto veniva associato all’immagine di Insinna, a cui si aggiungono i costi di realizzazione per tutto il materiale che per l’azienda è diventato inutilizzabile. Non solo, secondo un perito della società ci sarebbe stato anche un calo del fatturato aziendale, con la realizzazione di margini economici minori rispetto ai mesi precedenti. La percezione di affidabilità e fiducia, dopo le esternazioni del testimonial, sarebbe scesa in picchiata causando anche un danno di reputazione alla società.
Insomma, il ritorno pubblicitario auspicato da Cogedi, con la scelta del testimonial Insinna, si sarebbe trasformata in un boomerang.

E adesso la società vuole essere risarcita. 

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA