Il ministro della Salute, Giulia Grillo: «Vaccini, vale il Contratto, ma non c’è da spaventarsi»

Sabato 2 Giugno 2018 di Mauro Evangelisti
Il ministro della Salute, Giulia Grillo: «Vaccini, vale il Contratto, ma non c’è da spaventarsi»
«Scusate, lasciatemi andare perché mi sono persa...».
Giulia Grillo, medico-legale siciliana, nuovo ministro della Salute, all’uscita dal Quirinale deve seminare le telecamere. E’ tra le più cercate: da parlamentare pentastellata è stata tra le più critiche nei confronti della legge sull’obbligatorietà dei vaccini. E sulla sua pagina Facebook da ieri c’è il bombardamento di commenti no-vax che le chiedono di cancellare la legge della Lorenzin. In realtà in alcune interviste del passato non è sembrata una pasdaran: si è detta contraria all’obbligatorietà, ma favorevole ai vaccini, ha aperto a «una clausola di emergenza e salvaguardia che prevede la possibilità di rendere l’obbligatorietà più vincolante nel momento in cui ci sono situazioni evidenti come il caso del morbillo». Tutto questo premesso, riprendiamo l’inseguimento del ministro Giulia Grillo.

Bisogna essere spaventati?
«No, non c’è nulla di cui essere spaventati, siamo pronti a prendere delle decisioni anche sul tema dei vaccini ma in modo collegiale, con l’accordo dei miei colleghi».

Sì, ma avete intenzione di cambiare la legge sull’obbligatorietà dei vaccini?
«Adesso fatemi arrivare e vi farò sapere. Prima faremo le riunioni, con i colleghi ministri, valuteremo, e poi vi diremo. Però il Contratto che ha portato alla formazione di questo governo lo conoscete. Si decide sulla base di quanto scritto lì e comunque su basi scientifiche».

Nel contratto c’è scritto che vanno garantite le necessarie coperture vaccinali, ma si cita anche “il giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale”. Sembra scontata la modifica della legge Lorenzin.
«Sarebbe giusto chiarire che la sanità non è solo il tema dei vaccini, il lavoro da fare è molto più vasto. Penso alla piaga delle liste di attesa, ai Lea, alle assunzioni del personale medico e infermieristico, alla governance della farmaceutica. La sanità è un comparto che nel corso degli anni è stato pesantemente definanziato. Milioni di cittadini rinunciano alle cure per ragioni economiche, non deve più accadere».

Quanto era emozionata durante il giuramento?
«È stato un momento bello e importante, ma siamo consapevoli che questo è solo l’inizio. Ma d’altra parte è indispensabile che vi sia un inizio, altrimenti non ci può essere tutto il resto».
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