CANNES Applausi, polemiche, inciampi, fotogrammi, riti, miti, mitomani. In attesa dei premi, ecco l’alfabeto dei personaggi e momenti cult del 71mo Festival.
A come AmFar. Ha superato i 20 milioni di dollari, record dell’anno scorso, la “colletta” del tradizionale charity anti-Aids. Morale: Weinstein non serviva a niente.
B come bianco e nero. Più che mai di moda nel cinema d’autore, come dimostrano due tra i film più applauditi: Cold War di Pawlikowski e Neto di Serebrennikov.
C come cane. Il cattivo di Dogman ne mette uno nel freezer, il buono lo scongela: e il noir di Garrone vince a mani basse la Palm Dog, il premio destinato ai film con animali.
Dcome divine. Cotillard madre snaturata, Paradis produttrice porno, Adjani ladra. «Lo famo strano» devono essersi dette le star francesi, a Cannes in ruoli estremi.
E come eleganza. Quanto a mise, Cate Blanchett (foto) non ha sbagliato un colpo. Si spera che, con il verdetto, stasera ripeta la bella figura fatta sul red carpet.
F come fischi. Non pervenuti: sopprimendo le anteprime stampa, il delegato generale Frémaux ha neutralizzato la tradizionale forma di dissenso. I produttori ringraziano.
G come giornalisti. Arrabbiatissimi per lo stravolgimento degli orari che li ha costretti a lavorare con tempi “impossibili”. Il Festival ne terrà conto? Dovrebbe.
H come Hadid. La mondanità è stata in calo ma le due Hadid, le top Bella e Gigi, erano onnipresenti come il prezzemolo.
I come italiani. Accolti benissimo, sia dalla critica sia dal pubblico, i nostri film presentati al Festival. Esulta RaiCinema che li ha prodotti tutti.
L come Lars Von Trier. Perdonato dal Festival, il regista danese ha messo in fuga gli spettatori: alla proiezione del truculento The House That Jack Built sono usciti in 100.
M come marcia. Indimenticabili le 82 donne sul red carpet per reclamare parità e rispetto. È stato il marchio stesso di questa edizione.
N come Netflix. Cacciata dal Festival, la piattaforma ha sguinzagliato al Marché una trentina di persone. E l’anno prossimo investirà nel cinema 8 miliardi di dollari.
O come omo. I francesi hanno adorato Plaire, aimer, courir vite, gli altri un po’ meno. Ma il film di Honoré su un amore gay ha tenuto alta la bandiera del cinema lgbt.
P come piscina. Applauditissima quella della commedia Le grand bain di Lellouche. Un sorriso in mezzo ai drammi e alle catastrofi dei film di Cannes.
Q come quote rosa. Frémaux, giustamente, non ne vuole sapere. Ma il trend è lanciato e le tre registe in gara quest’anno saranno di più nelle prossime edizioni.
R come ricordi. Imperdibili quelli di Gilles Jacob che li ha messi nel suo libro Dictionnaire amoreux de Cannes.
S come sballo. Protagonista di Climax che mostra alcuni ballerini “posseduti” dalla droga. Film stupefacente.
T come tacchi. Per non inciampare sulle “marches”, Kristen Stewart si è sfilata i tacchi 15. Seppellita la vecchia regola che vietava alle signore di indossare le pianelle.
U come Under the Silver Lake. Doveva essere il film- sorpresa, invece ha ricevuto non poche stroncature.
V come Vincent. Meglio Vincent Cassel al braccio della fidanzata ventenne Tina o Vincent Vega alias John Travolta? Nel dubbio, folla e paparazzi per entrambi.
Z come Zaid. Il bambino siriano protagonista di Capharnaüm ha conquistato tutti. Cannes gli cambierà la vita, per fortuna.
Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 22:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA A come AmFar. Ha superato i 20 milioni di dollari, record dell’anno scorso, la “colletta” del tradizionale charity anti-Aids. Morale: Weinstein non serviva a niente.
B come bianco e nero. Più che mai di moda nel cinema d’autore, come dimostrano due tra i film più applauditi: Cold War di Pawlikowski e Neto di Serebrennikov.
C come cane. Il cattivo di Dogman ne mette uno nel freezer, il buono lo scongela: e il noir di Garrone vince a mani basse la Palm Dog, il premio destinato ai film con animali.
D
E come eleganza. Quanto a mise, Cate Blanchett (foto) non ha sbagliato un colpo. Si spera che, con il verdetto, stasera ripeta la bella figura fatta sul red carpet.
F come fischi. Non pervenuti: sopprimendo le anteprime stampa, il delegato generale Frémaux ha neutralizzato la tradizionale forma di dissenso. I produttori ringraziano.
G come giornalisti. Arrabbiatissimi per lo stravolgimento degli orari che li ha costretti a lavorare con tempi “impossibili”. Il Festival ne terrà conto? Dovrebbe.
H come Hadid. La mondanità è stata in calo ma le due Hadid, le top Bella e Gigi, erano onnipresenti come il prezzemolo.
I come italiani. Accolti benissimo, sia dalla critica sia dal pubblico, i nostri film presentati al Festival. Esulta RaiCinema che li ha prodotti tutti.
L come Lars Von Trier. Perdonato dal Festival, il regista danese ha messo in fuga gli spettatori: alla proiezione del truculento The House That Jack Built sono usciti in 100.
M come marcia. Indimenticabili le 82 donne sul red carpet per reclamare parità e rispetto. È stato il marchio stesso di questa edizione.
N come Netflix. Cacciata dal Festival, la piattaforma ha sguinzagliato al Marché una trentina di persone. E l’anno prossimo investirà nel cinema 8 miliardi di dollari.
O come omo. I francesi hanno adorato Plaire, aimer, courir vite, gli altri un po’ meno. Ma il film di Honoré su un amore gay ha tenuto alta la bandiera del cinema lgbt.
P come piscina. Applauditissima quella della commedia Le grand bain di Lellouche. Un sorriso in mezzo ai drammi e alle catastrofi dei film di Cannes.
Q come quote rosa. Frémaux, giustamente, non ne vuole sapere. Ma il trend è lanciato e le tre registe in gara quest’anno saranno di più nelle prossime edizioni.
R come ricordi. Imperdibili quelli di Gilles Jacob che li ha messi nel suo libro Dictionnaire amoreux de Cannes.
S come sballo. Protagonista di Climax che mostra alcuni ballerini “posseduti” dalla droga. Film stupefacente.
T come tacchi. Per non inciampare sulle “marches”, Kristen Stewart si è sfilata i tacchi 15. Seppellita la vecchia regola che vietava alle signore di indossare le pianelle.
U come Under the Silver Lake. Doveva essere il film- sorpresa, invece ha ricevuto non poche stroncature.
V come Vincent. Meglio Vincent Cassel al braccio della fidanzata ventenne Tina o Vincent Vega alias John Travolta? Nel dubbio, folla e paparazzi per entrambi.
Z come Zaid. Il bambino siriano protagonista di Capharnaüm ha conquistato tutti. Cannes gli cambierà la vita, per fortuna.