Vicenza e Montebelluna chiedono aiuto allo Stato

Sabato 18 Marzo 2017
Vicenza e Montebelluna chiedono aiuto allo Stato
VICENZA - «Cara Bce, il prestito dello Stato italiano è indispensabile per rimettere in corsa la nostra banca, tant'è che abbiamo già chiesto ufficialmente questo aiuto al governo». Le parole non sono queste, ma il senso delle lettere spedita giovedì alla Bce dai Cda della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca corrispondono nella sostanza. Con il dettaglio, non indifferente, della richiesta ufficiale già avanzata (ieri, tramite lettera) a governo e Bankitalia. BpVi e Veneto Banca quindi hanno chiesto l'intervento dello Stato per la ricapitalizzazione precauzionale, sul modello di Mps, sulla base delle cifre che saranno indicate dalla stessa Bce. Numeri sull'ammontare di capitale di cui le banche venete avranno bisogno per rimettersi in sesto che ancora sono soggetti a valutazione, anche se non si andrà lontani dai 5 miliardi (a testa) di cui si è parlato nelle scorse settimane.
Si è quindi realizzata quella «richiesta spontanea degli istituti di credito» che il ministro Piercarlo Padoan aveva evocato un mese fa. Atlante 2 dispone di 1,7 miliardi, la cui destinazione però è stata a più riprese ribadita dai vertici degli istituti coinvolti: saranno riservati a rilevare gli Npl, per guadagnare rispetto al primo investimento di salvataggio. Ma anche nel caso in cui le risorse venissero dirottate sulle banche venete l'intervento dello Stato sarebbe indispensabile. E da ieri è ufficialmente richiesto, prima da parte di BpVi e poi, nel tardo pomeriggio, da Veneto Banca.
I due istituti continuano a marciare separati ma paralleli, perché è ancora ben chiaro l'obbiettivo a breve termine della fusione così come è stato ribadito anche nelle lettere spedite alla Bce giovedì.
Fusione che però continua a trovare un'accoglienza tiepida da parte delle istituzioni bancarie europee, che ribadiscono la volontà di valutare separatamente lo standing dei due istituti veneti per decidere se la ricapitalizzazione (che avvenga da parte dello Stato o da parte di Atlante) sia utile a consentire la prosecuzione dell'attività di entrambe le banche.
È la scommessa fatta da 65.505 azionisti che finora hanno manifestato interesse alla transazione, pari al 68,8% delle azioni per quanto riguarda BpVi, e cifre analoghe per Montebelluna. Un segnale che - se la quota arriverà all'80% entro il 22 marzo, il territorio è pronto a sostenere le sue banche. Anche lo Stato si è dichiarato pronto: si tratta ora di vedere se l'Europa lo permetterà. Le agenzie di rating non sembrano ottimiste: ieri Fitch ha modificato la valutazione di BpVi portando il rating a lungo termine da B- a CCC.

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