Stevanato Group punta sul Brasile

Venerdì 24 Novembre 2017
IL CASO
ROMA Imprenditori del lusso, marchi alimentari, sportivi, ex calciatori ed immobiliaristi e persino la società londinese legata a Fabio Castaldi, avvocato romano, esperto di diritto internazionale e finito anche nelle intercettazioni dell'inchiesta su Mondo di mezzo. L'elenco dei primi cento grandi debitori di Veneto banca, l'istituto portato al default da una gestione dissennata, è stato depositato alla commissione Banche di Palazzo San Macuto. Tra i gruppi anche quello del parlamentare Salvatore Matarrese, che con la sua azienda edile ha una sofferenza di oltre 20 milioni e mezzo, e il banchiere Pietro D'Aguì, in debito per oltre 39 milioni di euro. Quindi il gruppo di Gino Zoccai, l'imprenditore della compagnia aerea Volare, finita in default.
Nel buco di otto miliardi e oltre 450 milioni di euro, vengono calcolati quattro miliardi e 200 milioni di sofferenze, prestiti a sei zeri concessi, e spesso rinnovati, senza garanzie, mentre ammontano a un miliardo e 600 milioni di euro i crediti incagliati, ossia quelli che non sono ancora in sofferenza, ma che sono in una posizione di deterioramento transitorio. Sarà difficile esigerli.
GLI IMMOBILIARISTI
In testa all'elenco, con un debito di 77 milioni e 227mila euro, ai quali vanno aggiunti altri 50 milioni concessi in due tranche, c'è la Svim fashion srl, del gruppo che fa capo a Giuseppe Statuto, già azionista di hotel come il Danieli di Venezia, il Four Season e il Mandarin Oriental a Milano, il San Domenico a Taormina. Poi la Logan srl, del gruppo Batacchi, presente a Cortina come a Jesolo, alla quale Veneto Banca ha concesso 55milioni e 833mila euro di fido. Tra i prestiti più alti quello concesso alla terra Gallurese spa, del gruppo Dolce Alfonso, il fratello dello stilista Domenico Dolce che si trovò nei guai, e venne assolto per una maxi evasione del marchio di famiglia. Nella società figura anche la sorella Dorotea, oltre a una fiduciaria milanese e a un imprenditore sardo. Tra i debitori illustri di Veneto Banca c'è anche la Moscova 38 srl società immobiliare che fa capo all'ex campione di calcio Roberto Bettega, con un'esposizione di 17 milioni 873mila euro. Nell'elenco c'è pure il gruppo Boscolo, noto tour operator, con un debito di 22 milioni 280mila euro e Maritalia srl, leader dei villaggi turistici, con un'esposizione di 12 milioni 954mila euro.
I MARCHI
Il gruppo Stefanel, figura con due mega esposizioni, la prima da 16 milioni 385mila euro, la seconda da 11 milioni 341mila. Poi c'è la Lotto sport Italia spa, 14 milioni 613mila euro il debito, ritenuto oramai inesigibile, con Veneto banca. Non solo l'abbigliamento ma anche i marchi alimentari, con tre prestiti tra i grandi debitori c'è anche il gruppo Ferrarini, noto marchio nella produzione del prosciutto con quattro posizioni aperte: 18 milioni 489mila euro, 17 milioni e 940mila euro, 15 milioni 125mila euro, 11 milioni 993mila euro.
L'AUDIZIONE
Secretata sei volte ieri l'audizione di Marco Morelli, ad di Mps ascoltato con il presidente Alessandro Falciai in Commissioe. Video e microfoni spenti quando si sarebbe parlato di npl. «L'Authority ha posto la banca in una situazione negoziale estremamente debole e delicata», ha detto il ceo, «Quaestio è stata l'unica controparte in grado di presentare un'offerta vincolante nei tempi e condizioni imposti da Dg Comp sulla cartolarizzazione da 26,2 miliardi». Per Morelli, «Mps avrebbe voluto mettere in piedi una procedura competitiva ma avendo Bruxelles imposto tempi brevi, non è stato possibile». Durante il dibattito il vicepresidente Mauro Marino avrebbe sferrato un durissimo attacco all'atteggiamento di Dg Comp. Morelli avrebbe rivelato di aver ricevuto due offerte alternative per gli npl da Fortress e Elliott che però si sono ritirati per la tempistica della Ue.
L'UDIENZA
Oggi intanto prima udienza preliminare davanti al gip di Roma per decidere dell'eventuale processo all'ex direttore generale Vincenzo Consoli, all'ex presidente Flavio Trinca e ad altri 9 tra manager e sindaci di Veneto Banca accusati di ostacolo alle attività di vigilanza di Bankitalia e della Consob e aggiotaggio. Oggi la richiesta di rinvio a giudizio sarà esaminata dal gup, in 4mila i risparmiatori che potrebbero costituirsi parti civili. Oggetto del procedimento giudiziario la falsa rappresentazione a Banca d'Italia e Consob della reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria di Veneto Banca nel periodo 2012-2014. Tra gli imputati anche Stefano Bertolo, responsabile della direzione centrale amministrazione dal 2008 al 2014, Flavio Marcolin, ex responsabile degli affari societari e legali, Pietro D'Aguì, un lungo periodo al vertice di Banca Intermobiliare, Gianclaudio Giovannone, titolare della Mava SS, Mosè Fagiani, responsabile commerciale dal 2010 al dicembre 2014, e Massimo Lembo, all'epoca capo della Direzione Compliance.
Gli inquirenti hanno anche accertato che nel 2012 fu omesso di decurtare dal patrimonio di vigilanza della banca l'importo delle obbligazioni di Classe Ter 1 sottoscritte dalla società Mava; nel 2013 la decurtazione omessa, per la procura, fu non inferiore a 349 milioni di euro. Al solo Consoli è anche contestato di aver ostacolato l'esercizio delle funzioni di vigilanza «in sede di richiesta di autorizzazione e di successiva attuazione all'operazione straordinaria di aumento del capitale sociale per un controvalore di 474 milioni di euro». Nel quadro degli accertamenti è emerso anche la sensibile alterazione del prezzo delle azioni di Veneto Banca, non quotate, che «transitavano da un valore di 21,25 euro nel 2004 a 40,75 euro nel 2013 e che venivano poi rivalutate in sede di liquidazione dei soci in recesso (dicembre 2015) per un valore di 7,3 euro».
Rosario Dimito
Valentina Errante
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Ultimo aggiornamento: 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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