Il Forte di Monte Ricco, la chiesa di Nostra Signora del Cadore e l'ex villaggio

Mercoledì 9 Agosto 2017
Il Forte di Monte Ricco, la chiesa di Nostra Signora del Cadore e l'ex villaggio Eni di Borca: Vittorio Sgarbi ha detto sì. Promossi cum laude i tre gioiellini visitati dal noto critico d'arte nella notte tra lunedì e martedì, nella veloce incursione fatta in provincia. «Ero con l'ex ministro Tremonti racconta -, abbiamo visto cose interessanti. Il restauro del Forte è molto ben riuscito e lì in mostra ho notato artisti validi come Nazarena Poli Maramotti e Paola Angelini che ha esposto una rivisitazione della Pietà tizianesca».
Sgarbi, un po' stanco e con un braccio fasciato per un recente intervento, è arrivato a Pieve attorno alle 20. Qui ad accoglierlo ha trovato la presidente della Fondazione Tiziano, che gestisce il Forte insieme alla Fondazione Museo dell'Occhiale, e il personale in servizio alla mostra d'arte contemporanea attualmente allestita al suo interno, Fuocopaesaggio curata da Dolomiti Contemporanee. «Sono arrivati al Forte superando alcuni ostacoli racconta l'anima di Dolomiti Contemporanee, Gianluca D'Incà Levis -: l'edificio, infatti, era rimasto chiuso lunedì a causa della tromba d'aria che ha investito Pieve domenica sera. I due l'hanno raggiunto superando gli alberi riversi sulla strada, non ancora del tutto rimossi».
Una visita veloce quindi via verso Borca. La seconda tappa del tour notturno del critico amato e discusso è stata la chiesetta, dove ha apprezzato l'opera di Gellner e di Carlo Scarpa. «L'altare è davvero molto bello il suo commento e l'intervento di Scarpa assolutamente sofisticato».
Terza e ultima tappa l'ex villaggio Eni di Borca, dal 2014 popolata da artisti, architetti, designers in residenza con Dolomiti Contemporanee. «Mi è piaciuto Alexander Velischek, lo farò esporre da altre parti ha dichiarato ieri pomeriggio, quando già si trovava a Urbino, Sgarbi -. L'intero complesso architettonico è in sé interessante, anche se un po' degradato».
Apprezzabili gli artisti e notevole il contesto, ma la cosa migliore è stato il gelato di Longarone. «Mi sono fermato alla gelateria più vecchia racconta divertito e ho gustato i gusti cocomero e mango, davvero buoni».

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