«Un tentativo lo farò certo, il Nevegal ne ha bisogno»

Mercoledì 24 Maggio 2017
Quanto il sindaco uscente non ha fatto, lui lo porterà avanti. È questa la promessa del candidato Paolo Gamba quando si parla di Nevegal. «C'era un progetto ambizioso andato a morire con questa amministrazione - le sue parole amareggiate -, che non l'ha mai preso in considerazione. Parlo della scuola svizzera». Un sogno su cui l'amministrazione Prade, di cui Gamba era assessore, aveva creduto tanto da investire 50 mila euro per il sopralluogo della squadra svizzera e altri 120 mila, poi, per quello di uno dei vertici del prestigioso istituto. Il business plan era pronto e i proprietari dei terreni si erano detti disposti a cedere quasi 300 mila metri quadri. «Il progetto doveva essere portato avanti - prosegue -, io un tentativo di certo lo farò. Prima, però, dobbiamo interrogarci se vogliamo fare qualcosa di diverso per quella parte di Belluno. Per me vanno bene anche altre iniziative, l'importante è creare qualcosa in grado di attrarre la gente per vivere e lavorare lassù, così da rendere davvero il Nevegal una frazione, sebbene la più lontana, della città». Il boccone amaro di una bella idea lasciata nel cassetto, insomma, non è ancora andato giù a Gamba che con la corsa verso Palazzo Rosso cerca anche il riscatto per la sua felice iniziativa. Ma l'amarezza, a poco più di due settimane dall'appuntamento elettorale, è anche per altro. I 18 milioni di euro promessi dal Governo a Belluno nell'ambito del progetto di rigenerazione delle periferie non sarebbero così certi come, invece, sbandierato dall'assessore all'urbanistica Franco Frison qualche giorno fa. «Da quanto ne so io - commenta Gamba i fondi Cipe sono bloccati e gli 800 milioni di euro stanziati la scorsa settimana dallo Stato, con cui anche Belluno riuscirebbe a giovare del contributo, devono ancora passare per la firma di Gentiloni, quindi per la Ragioneria, la Corte dei Conti e l'Europa. Deve ancora avviarsi l'iter. Io mi auguro che questi soldi arrivino, è chiaro, ma penso che prima di parlare e di illudere i cittadini bisogna averli in tasca».

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