Turismo bellunese: la ricetta di Marzotto

Venerdì 21 Aprile 2017
Turismo bellunese: la ricetta di Marzotto
Belluno Cenerentola tra le località di montagna. Matteo Marzotto dà la sua ricetta per la ripartenza della provincia: servono soldi per modernizzare le strutture alberghiere. Incontro proficuo, in terra dolomitica, tra il presidente Ascom Paolo Doglioni e il noto manager, già presidente di Enit, l'agenzia nazionale per il turismo e presidente di Dondup. «Ci siamo incontrati al ristorante De Gusto qualche giorno fa spiega il numero uno dei commercianti bellunesi -, con noi c'erano anche Nicola Del Din e Giancarlo Recchia titolari di Blackfin, l'azienda locale di produzione di occhiale 100% made in Italy». Industria, commercio e sviluppo di reti ma non solo. Al centro della conversazione è finito anche lo sviluppo turistico del territorio su cui Marzotto ha speso parole costruttive. «Sa bene come la nostra provincia abbia bisogno di fondi per ristrutturare gli alberghi spiega riportando in soldoni la conversazione con l'uomo d'affari -. A Saint Moritz il mercato immobiliare è alle stelle e la località è sempre in auge, mentre la nostra Cortina ha subito una perdita di valore, Marzotto ha notato questo».
Cortina 2021 potrebbe essere la chiave di volta per ridare alla Regina delle Dolomiti tutto l'appeal perso, ma non senza forti incentivi da parte dello Stato. Per l'imprenditore vicentino la valorizzazione dell'offerta turistica bellunese ha bisogno di una spinta da Roma. Soldi, fondi immediati per mettere le località al passo con i tempi.
«Marzotto ha un'esperienza notevole osserva ancora Doglioni, soddisfatto per la chiacchierata con l'amico -, credo che persone che come lui hanno girato il mondo e lo conoscono sappiano decodificare i reali bisogni di un territorio e siano una risorsa importante in termine di consigli. Dice di essere molto dispiaciuto nel vedere come i luoghi più belli della terra non siano valorizzati come potrebbero». Nessuna intenzione di investire sul territorio, nessun progetto concreto per ora, tuttavia il confronto con il manager ha lasciato al presidente Ascom la certezza che il Bellunese ce la può fare ma ha tutto il diritto di pretendere sostegni dallo Stato.

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