«Tuo figlio rischia l'arresto, paga»: smascherato il finto avvocato

Venerdì 11 Gennaio 2019
L'INDAGINE
BELLUNO «Suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente: bisogna pagare una cauzione o sarà arrestato». È con questo trucco senza scrupoli che Carlo Piscopo, 50enne della provincia di Napoli riusciva a farsi consegnare denaro e gioielli dai malcapitati anziani che sceglieva per le sue truffe. Raggiri ben architettati, dietro i quali c'era una vera e propria organizzazione criminale con diversi ruoli. Piscopo assumeva il ruolo di avvocato, quando suonava alla porta. Così ha fatto anche a Belluno nel settembre 2017 spacciandosi per legale andando a casa di una 90enne residente in via Dolabella. La truffa non andò a segno, ma il truffatore finì nella rete della polizia, con gli agenti della squadra Mobile che, sotto la guida del dirigente Vincenzo Zonno, lo hanno smascherato. Nei giorni scorsi è stata notificato all'indagato (che si trova in carcere a Poggioreale (Na) per fatti simili) l'avviso di chiusura indagini e finirà a processo per tentata truffa.
IL RAGGIRO
Era il 28 settembre 2017 quando Piscopo suona alla porta della bellunese classe 1927, in via Dolabella. La donna era stata preventivamente contattata da un telefonista, rimasto ignoto, che l'avvertiva dell'incidente occorso al famigliare a Feltre e del possibile arresto. «Non si preoccupi passerà un avvocato a ritirare i soldi per la cauzione e tutto si risolverà», spiega la persona al telefono. Dopo pochi minuti arriva Piscopo: «Salve sono l'avvocato». L'anziana spiega di non avere soldi o preziosi in casa e va dalla vicina a chiedere un prestito. La vicina la mette in guardia e le dice di non dare soldi a quella persona, chiamando la polizia. Il truffatore scappa, ma è solo questione di tempo: alla fine cadrà nelle rete della polizia.
I PRECEDENTI
Gli investigatori partono dalla Citroen su cui viaggiava Piscopo. Quello stesso giorno il truffatore entra in azione anche a Vittorio Veneto dove riusce a spillare alla malcapitata anziana, con il solito trucco, 7mila euro. Il giorno dopo invece viene fermato alla stazione di Mestre con 10mila euro in contanti e oggetti preziosi, probabilmente provento di questi raggiri. Se la cava con una denuncia per ricettazione. Ma il cerchio si sta stringendo. Nell'ottobre del 2017 viene arrestato a Trieste. Gli investigatori della Mobile bellunese sono già a buon punto. Con le indagini coordinate dal pm Marco Faion, raccolgono tutti gli elementi che inchiodano il truffatore che viene denunciato. Il caso riporta d'attualità l'emergenza delle truffe, reato tra i più diffusi in provincia. «È importante - raccomanda il capo della Mobile Zonno - non consegnare mai soldi, ma in questi casi chiamare subito la polizia».
Olivia Bonetti
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