Borgo Pra come le favelas. «Qui è tutta una baracca dietro l'altra tuonano Graziano Migotto e Anna Dal Mas Lorenzon, residenti -, creano disordine e pericolo».
Nel mirino del Comitato della frazione finiscono via dell'Anta e una stradina interna al paese, su cui si affaccia qualche abitazione con garage e strutture più o meno provvisorie in giardino. Nulla di abusivo, no certo, ma a parte degli abitanti della zona proprio non piacciono. «Creano disordine e, quando tira vento, fanno paura perché le lamiere si staccano e possono colpire qualcuno spiega il presidente del sodalizio di cittadini, Migotto -, questa è la prima periferia della città, merita più attenzioni essendo il biglietto da visita di Belluno».
Le strutture in questione sarebbero costruzioni provvisorie con pali e teli di plastica poste all'interno degli orti che costeggiano via dell'Anta; casupole utilizzate dai proprietari degli appezzamenti come ricovero per gli attrezzi. Ma anche casette in legno o in cemento che qualche residente ha sistemato in giardino accanto all'abitazione per recuperare spazio e utilizzarle da ripostiglio. Nulla da dire sulla loro funzionalità, ma per il Comitato il risultato di tanta anarchia è il caos e la sporcizia perché tra lamiere, pezzi di plastica e bidoni si annidano felici molti ratti. I residenti sognano un ripensamento generale dell'urbanizzazione nella frazione, così da renderla più ordinata e pulita.
«L'architetto Palma, il professionista che ha firmato il progetto della nuova piazza, propone di eliminare queste strutture e di recuperare i metri cubi permettendo alle persone di allargare in modo più funzionale ed esteticamente accettabile la loro casa prosegue Migotto -. Per noi è una buona idea, naturalmente. Lo spazio liberato può essere impiegato per allargare la strada o creare qualche posto auto. Questo è un luogo dimenticato da trent'anni».
Nel mirino del Comitato della frazione finiscono via dell'Anta e una stradina interna al paese, su cui si affaccia qualche abitazione con garage e strutture più o meno provvisorie in giardino. Nulla di abusivo, no certo, ma a parte degli abitanti della zona proprio non piacciono. «Creano disordine e, quando tira vento, fanno paura perché le lamiere si staccano e possono colpire qualcuno spiega il presidente del sodalizio di cittadini, Migotto -, questa è la prima periferia della città, merita più attenzioni essendo il biglietto da visita di Belluno».
Le strutture in questione sarebbero costruzioni provvisorie con pali e teli di plastica poste all'interno degli orti che costeggiano via dell'Anta; casupole utilizzate dai proprietari degli appezzamenti come ricovero per gli attrezzi. Ma anche casette in legno o in cemento che qualche residente ha sistemato in giardino accanto all'abitazione per recuperare spazio e utilizzarle da ripostiglio. Nulla da dire sulla loro funzionalità, ma per il Comitato il risultato di tanta anarchia è il caos e la sporcizia perché tra lamiere, pezzi di plastica e bidoni si annidano felici molti ratti. I residenti sognano un ripensamento generale dell'urbanizzazione nella frazione, così da renderla più ordinata e pulita.
«L'architetto Palma, il professionista che ha firmato il progetto della nuova piazza, propone di eliminare queste strutture e di recuperare i metri cubi permettendo alle persone di allargare in modo più funzionale ed esteticamente accettabile la loro casa prosegue Migotto -. Per noi è una buona idea, naturalmente. Lo spazio liberato può essere impiegato per allargare la strada o creare qualche posto auto. Questo è un luogo dimenticato da trent'anni».
